REGGIO EMILIA – ‘Il regolamento generale delle entrate tributarie del Comune di Reggio consentiva la compensazione unicamente tra debiti e crediti spettanti al medesimo contribuente’. Si legge al punto 3 della comunicazione inviata dalla Procura Generale della Corte dei Conti ed è l’elemento chiave in base al quale i giudici contabili ipotizzano un danno erariale da 625 mila euro.
Sotto la lente l’accordo tra l’Autofficina Corradini e l’amministrazione siglato per chiudere il contenzioso tra le parti, da cui poi nel 2017 è derivata la proceduta di affidamento triennale del servizio di ripristino della sicurezza stradale dopo gli incidenti. L’ex sindaco di Reggio Luca Vecchi, quattro degli assessori della sua prima giunta, e tre tra dirigenti e funzionari sono stati chiamati a fornire deduzioni e chiarire la loro posizione.
Il contenzioso risale al 2016 quando l’Autofficina Corradini presentò una richiesta di pagamento per le spese di custodia dei mezzi, un credito nei confronti del Comune da 2 milioni e mezzo di euro. Si arrivò ad un accordo che prevedeva il versamento di 950 mila euro. Al contempo, il Comune vantava però un un credito di Imu da 625 mila euro con la società Immobiliare Cinque Effe, che aveva come legale rappresentante lo stesso Vincenzo Corradini. Si chiuse con un versamento di 325 mila euro da parte del Comune a Corradini. Una operazione di compensazione che, secondo la procura regionale della Corte dei Conti, non era consentita dal regolamento comunale perché le due società erano giuridicamente diverse e considerata dunque nulla.
Da qui la richiesta di risarcimento dei 625 mila euro di Imu non incassati nei confronti dei dirigenti responsabili del procedimento Gnoni e Montagnani. Richiesta di risarcimento, in subordine, anche per l’ex Sindaco Vecchi e gli allora assessori Sassi, Foracchia, Maramotti e Pratissoli che votarono la delibera; per la responsabile del servizio finanziario, Prandi, e i componenti del collegio dei revisori dei conti Ferri, Piccinini e Guidi. Tutti hanno 45 giorni di tempo per dimostrare di aver operato nell’interesse dell’amministrazione. Poi la Corte dei Conti deciderà se procedere.
Aggiornamento 16 ottobre 2025
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