GUASTALLA (Reggio Emilia) – Si erano messe d’accordo prima ancora della nascita del neonato: al parto, la madre biologica si è infatti presentata in ospedale con il nome di colei alla quale quel bambino era già stato venduto. Sì, venduto. Per questo, dall’inizio del 2020 la procura di Reggio Emilia ha indagato per compravendita di minore tre persone: entrambi i genitori biologici del bambino – di origini africane – oltre alla donna che lo ha comprato.
Le indagini degli agenti di polizia locale dell’Unione Bassa Reggiana, guidati dal comandante Carlo Alberto Romandini, sono partite da un’incongruenza segnalata in banca dati: quel bambino, infatti, risultava contemporaneamente residente in uno dei comuni dell’Unione e anche nel Parmense. Gli approfondimenti investigativi hanno portato, poi, a scoprire che, a inizio 2019, la madre si era presentata a una visita ginecologica a Parma con il suo vero nome; mesi dopo, al momento del parto effettuato al Maggiore, aveva invece fornito quello della donna cui, da lì in avanti, avrebbe affidato il bimbo neonato.
Stando a quanto ricostruito, entrambi i nuclei famigliari sono ora in Germania: la polizia locale ha fornito alle autorità tedesche quante più informazioni possibili per arrivare all’individuazione non solo del minore, ma anche della madre biologica, anche lei trasferitasi nel Paese teutonico. Tanti restano gli interrogativi ancora irrisolti di questa triste storia: le due famiglie si conoscevano? Di quale somma si parla alla base della compravendita? Qual è la posizione della procura reggiana in merito all’estradizione degli indagati a seguito di eventuali ordini di arresto?
Violenze e minori: il bilancio degli ultimi 2 anni di lavoro della polizia locale dell’Unione Bassa Reggiana
L’attività svolta nel 2019 e 2020 ha riguardato in profondità il contrasto ai fenomeni di maltrattamento in famiglia e di violenza di genere. Nel corso del 2019, sono state avviate 21 indagini di cui 12 hanno visto vittime di maltrattamento altrettante donne e coinvolto 29 minori per violenza diretta o assistita; 4 hanno visto minori vittime di abusi sessuali; 3 hanno riguardato ragazzi coinvolti in furti; una ha riguardato un minore autore di violenza sessuale ai danni di un altro minore; infine, un ragazzo è stato denunciato per spaccio di stupefacenti e, nella stessa indagine, 4 sono stati segnalati alla Prefettura quali assuntori.
Pur venendo influenzata dagli effetti della pandemia, nel 2020 l’attività del corpo, sempre con focus su maltrattamenti in famiglia e violenze di genere con minori coinvolti, si è concentrata su 4 indagini con donne vittime di maltrattamenti e altrettanti ragazzi coinvolti direttamente o indirettamente; un’indagine ha visto un minore vittima di abuso sessuale; due indagini hanno portato al deferimento all’autorità giudiziaria di tre persone per stalking.
Altre 3 indagini hanno riguardato 18 minori coinvolti in risse svoltesi davanti ai plessi scolastici; 3 ragazzi sono stati denunciati per spaccio di stupefacenti, con attività di perquisizione domiciliare e personale svoltesi anche fuori regione. Inoltre, sempre nel 2020 sono state 4 le persone denunciate per diffamazione aggravata a mezzo social network nei confronti di istituzioni e di loro rappresentanti.
Due, infine, gli interventi operati in tema di porto abusivo di armi con sequestro di fucili, pistole, proiettili e segni distintivi delle forze di polizia, ovviamente contraffatti.
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