REGGIO EMILIA – I 14,5 milioni di euro di crediti vantati da Acer nei confronti degli inquilini per utenze e affitti non pagati non sono il risultato dei maneggi di assegnatari che fanno i furbi o dell’inerzia dell’ente. Acer è convinta che si tratti in larga misura di morosità incolpevole. E questa convizione è suffragata da un’analisi puntuale dei redditi delle famiglie e dei costi delle abitazioni. In primo luogo va detto che il 70 per cento della morosità deriva dal mancato pagamento delle spese condominiali, in particolare gas e teleriscaldamento, e solo il 30 per cento dagli affitti. Acer può agire sui canoni di locazione, ma non ha la possibilità di ridurre il costo delle utenze, che si attesta sui 3mila euro all’anno e che in molti casi è superiore a quello per l’affitto.
L’Agenzia si è però dotata di un broker che si occupa della revisione dei contratti di gas ed energia elettrica dei condomini.
Resta tuttavia un problema strutturale difficilmente eludibile. Un’indagine condotta su più di 2mila nuclei famigliari assegnatari di alloggi di Edilizia residenziale pubblica nel comune capoluogo ha evidenziato che i costi dell’abitazione non sono sostenibili per il 13 per cento degli inquilini in fascia di accesso e addirittura per il 44 per cento di quelli in fascia di protezione.
Impossibile, per le categorie con minore capacità reddituale, far fronte a spese per la casa che vanno dai 3.700 ai 5mila euro all’anno e che superano il 30 per cento del reddito famigliare. Si determina così quell’insoluto consolidato a cinque anni di distanza che si attesta all’8,5% del totale.
Bisogna tener presente che, se l’inquilino non paga le spese condominiali o l’affitto, tocca ai proprietari, cioè ai Comuni, far fronte alle spese. Ma questo avviene alla fine: prima è Acer, come gestore, a dover mettere mano al portafoglio e anticipare, con effetti pesanti sulla liquidità disponibile.
In ogni caso, l’Agenzia non è un testimone passivo del fenomeno morosità: l’anno scorso sono state avviate più di 320 rateizzazioni e sono stati inviati 452 solleciti di pagamento, 427 costituzioni in mora e quasi 1.100 diffide legali. Sei pignoramenti hanno permesso di recuperare coattivamente le somme dovute, mentre gli sfratti per morosità sono stati soltanto due.
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