REGGIO EMILIA – Importante vetrina europea il per il Comune di Reggio. La nostra città è stata scelta per rappresentare l’Italia davanti al Consiglio d’Europa di Strasburgo. Unica città italiana delle dieci selezionate per far parte dell’organismo “Comitato contro le discriminazioni, per la promozione della diversità e dell’inclusione” da poco costituito per rappresentare le autorità locali, Reggio sarà a fianco di città di diversi Paesi: Bergen (Norvegia), Bilbao (Spagna), Bradford (Regno Unito), Ioannina (Grecia), Bursa Osmangazi (Turchia), Londra municipalità di Lewisham (Regno Unito), Limassol (Cipro), Lublino (Polonia) e Reykjavik (Islanda).
“È con l’orgoglio di una lunga storia, ma pure con la consapevolezza e la responsabilità del riconoscimento ricevuto, che Reggio Emilia vuole essere città internazionale del dialogo interculturale, in chiara discontinuità con le mode sovraniste e populiste e pienamente fedele all’ideale europeista di Altiero Spinelli e dei costituenti europei – ha detto il sindaco Luca Vecchi all’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa – Come sindaco di Reggio Emilia, mi piace ricordare la nostra storia per dire con orgoglio che siamo la Città delle Persone, una città della solidarietà che, durante il lockdown, ha visto numerose persone rendersi disponibili per sostenere gli anziani soli, i senzatetto o per contribuire con donazioni alla lotta contro il Covid. Le comunità di migranti sono state in prima linea, raccogliendo, attraverso le proprie associazioni più di 200.000 euro e centinaia di migliaia di dispositivi di protezione donati alla città”.
“Gli Stati devono sviluppare un approccio interculturale all’integrazione, perché si parla di diritti umani e di promuovere una cittadinanza attiva basata su pari responsabilità, diritti e doveri. Questa è una responsabilità che non può essere assunta solo dall’amministrazione locale, ma deve essere assunta anche dal livello nazionale ed europeo: le prospettive delle comunità future si basano sui sentimenti di pari opportunità, vicinanza e responsabilità condivise che noi – tutti insieme – siamo in grado di progettare – ha proseguito Luca Vecchi – I giovani di seconda generazione, a metà strada tra due mondi, sono una grande risorsa per costruire ponti e connessioni con i loro genitori, la loro comunità di origine e le diverse nazionalità. Sono protagonisti e quindi “acceleratori” del processo di integrazione. È per tale motivo che non tollero le contraddizioni della nostra legislazione nazionale, che ancora – dopo dieci anni di proposte di riforma – non riconosce questi giovani come italiani “de jure”: una legge sulla cittadinanza che non solo discrimina gravemente le nuove generazioni, ma danneggia anche il nostro Paese, che non può valorizzare tutte le risorse che ha.
A soffrirne, sono tutte le professioni accessibili solo ai cittadini italiani, tra cui intere generazioni di medici, avvocati, sportivi”.
Il sindaco di Reggio Emilia è intervenuto a fianco di Claudia Pereira, segretario di Stato all’integrazione e alle migrazioni della Repubblica del Portogallo.