REGGIO EMILIA – Hanno bloccato un’auto ferma al semaforo e poi hanno tentato di rubarla. Un piano che non ha tenuto conto della reazione di Sara Montanari. C’era lei al volante della Panda presa di mira da giovani rapinatori, così secondo la sua descrizione. Mentre da Pieve, dove abita, si dirigeva verso la città, si è vista sbarrare la strada da un’utilitaria. A bordo erano in quattro, due sono scesi per il raid furtivo. “Vieni fuori, non ti facciamo niente”, le hanno più volte urlato, non risparmiandole tuttavia una serie di calci.
“Hanno cercato di prendermi la macchina, io tenevo stretta la portiera e il volante, loro cercavano di tirarmi fuori. Mi hanno preso per le caviglie e trascinata in mezzo alla strada. Mi sono alzata subito e sono riuscita ad afferrare il volante mentre loro stavano partendo, lo sterzo era girato così sono andati a sbattere contro al muretto”.
La tempestività delle forze dell’ordine si deve all’allarme lanciato venti minuti prima sempre dalla via Emilia, in conseguenza di un rapina analoga, in questo caso andato a segno. A farne le spese il proprietario di una city car della Daihatsu, fermato e costretto a scendere da due sconosciuti, più o meno all’altezza del ristorante Giusto Spirito. Stavolta i rapinatori erano a piedi. Pare siano stati notati proprio mentre cercavano di bloccare qualche auto di passaggio. I malviventi in questione potrebbero essere le persone uscite illese da un incidente avvenuto qualche istante prima e qualche metro più in là, all’altezza dell’incrocio con via Marx, dove un’auto, uscendo dalla carreggiata, è volata nel fosso. Auto rubata in luglio, si scoprirà poi.
La Daihatsu con cui sono fuggiti dopo essersene impossessati è vista in azione davanti al Conad di Pieve, a bordo della quale, fallito il furto della Panda, i quattro sono nuovamente scappati. Una fuga proseguita a piedi attraverso il Parco la Mirandola.
Su quanto è avvenuto indagano la polizia di Stato e la polizia locale.
Ha collaborato
Davide Bianchini