REGGIO EMILIA – “Allo stato delle conoscenze, ad oggi a nessuna delle sette persone tra dirigenti e dipendenti nella pianta organica del Comune viene contestato il reato di corruzione” scrivono in una nota da piazza Prampolini. “Nel ribadire fiducia nell’operato degli organi inquirenti e il rispetto per il procedimento in corso – si legge ancora – l’amministrazione comunale di Reggio è fiduciosa che le persone in questione sappiano chiarire gli addebiti loro mossi e dimostrare estraneità ai rilievi avanzati; posizione, questa, espressa sin dall’inizio”. Questa la reazione del Comune alla fine della prima fase dell’indagine, quella preliminare. Gli avvocati dei 26 indagati si preparano a produrre prove e memorie, a chiedere che i loro assistiti vengano ascoltati dalla procura. Liborio Cataliotti, oltre che legale del dirigente Roberto Montagnani, assiste quella che è ritenuta la figura principale, Santo Gnoni, indagato per corruzione. “Siamo sereni – dice Cataliotti – Vedremo con curiosità la perizia sulle procedure. Sono ipotesi di reato che presuppongono il dolo; se è contemplabile l’errore, ritengo improbabile che tutte queste persone abbiano agito con dolo. Gnoni nega tutto. Tra l’altro, le imprese che è accusato di aver corrotto alla fine hanno perso il ricorso”.
Ernesto D’Andrea, già avvocato del dirigente Alessandro Meggiato, assiste anche Nando Rinaldi, attualmente direttore dell’Istituzione Nidi e scuole dell’Infanzia. “Chiunque conosca Nando Rinaldi sa che si tratta di persona molto corretta; abbiamo piena fiducia nei magistrati di Reggio che sono molto capaci e dimostreremo l’assoluta correttezza dell’operato di Nando Rinaldi in ogni suo incarico istituzionale”.
“L’avviso di chiusura delle indagini conferma e aggrava le puntuali denunce politiche e non solo del Movimento 5 Stelle, svolte attraverso diversi comunicati ed esposti fatti dal 2015 – si legge in una nota firmata dai consiglieri comunali pentastellati Gianni Bertucci , Fabrizio Aguzzoli e Paola Soragni – Denunce portate avanti in solitaria nella scorsa consigliatura, con un centrodestra totalmente silente (del resto sono i suoi metodi in gran parte d’Italia). E’ un terremoto del quale l’attuale classe dirigente del Pd reggiano non può far finta di nulla e dove anche le responsabilità politiche, al di là di quelle giudiziarie devono emergere. Perché quei dirigenti, molti di nomina prettamente politica, non sono arrivati da Marte. Tra l’altro sarà interessante vedere se tra i rinviati a giudizio ci sono anche le persone che sono state rinominate nella nuova struttura del Comune di Reggio Emilia e che nello scorso gennaio indovinammo uno dopo l’altro aprendo le buste sigillate qualche tempo prima dalla consigliera Soragni, dove avevamo inserito i loro nomi. Chiederemo al sindaco Vecchi di riferire immediatamente in consiglio comunale con una seduta straordinaria. Ma la cosa non finisce qui”.
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