REGGIO EMILIA – L’epilogo era nell’aria da tempo, ora è ufficiale. La posizione del sindaco di Reggio Luca Vecchi, nell’ambito dell’inchiesta della procura sugli appalti, è stata archiviata. Vecchi era indagato per turbata libertà degli incanti, per una telefonata intercettata con l’avvocato Santo Gnoni per la gestione di un bando.
“Ho sempre avuto fiducia nell’operato della magistratura e lo riconfermo, così come ero molto tranquillo sulla correttezza del mio operato. Sono felice di questa archiviazione così come di quella delle altre persone coinvolte”, sono le parole del primo cittadino, che in questa vicenda è stato seguito dall’avvocato di Bologna Vittorio Manes.
L’inchiesta della Procura, che riguarda una mezza dozzina di bandi comunali, era cominciata nel 2016. Vecchi è stato iscritto nel registro degli indagati nel giugno 2019, ma ne è stato informato dal gip solo nel marzo 2021 in relazione a una richiesta di proroga delle indagini risalente a 15 mesi prima e scaduta da 9 mesi.
Archiviata, come ci si aspettava che fosse, anche la posizione del comandante della polizia municipale Stefano Poma e della funzionaria del comune Maria Marzi, finiti sotto inchiesta perché membri di una commissione di gara ed erano stati indagati per turbata libertà di scelta del contraente.
In totale sono 23 le archiviazioni, su 47 persone inizalmente iscritte nel registro degli indagati. Per 20 indagati il 5 ottobre inizierà il processo. Le ipotesi di reato contestate a vario titolo sono turbata libertà degli incanti, falsità in atto pubblico, rivelazione di segreto d’ufficio e corruzione.
Le gare sotto la lente, lo ricordiamo, sono sei: gestione del nido Maramotti, rimozione delle auto incidentate, servizi legali, servizi di brokeraggio assicurativo, selezione del dirigente dell’Azienda servizi alla persona e infine quella economicamente rilevante, la gara per gestione della sosta a pagamento e del trasporto scolastico.
Inchiesta appalti: il registro dei destini incrociati. VIDEO