REGGIO EMILIA – La Bervini Srl sempre più nella bufera. Non solo il macello di Pietole in provincia di Mantova, c’é anche lo stabilimento di Salvaterra di Casalgrande nel mirino della clamorosa inchiesta della trasmissione Rai Report che nelle puntate del 23 e 30 novembre aveva documentato presunte pratiche irregolari nel trattamento della carne nell’impianto lombardo. L’accusa centrale riguarda lo scongelamento e la rietichettatura di carne congelata che sarebbe stata scaduta. Nella puntata del 7 dicembre la giornalista Giulia Innocenzi ha chiamato in causa anche quanto sarebbe avvenuto nei mesi scorsi in territorio reggiano: “L’impianto di Salvaterra è cruciale in questa storia – ha detto Giulia Innocenzi a Tg Reggio – perchè da quello che abbiamo ricostruito e da quanto ci risulta la carne scaduta congelata era stoccata a Salvaterra e da lì partiva, il venerdì pomeriggio o sera, per essere mandata al macello Bervini di Mantova dove veniva poi scongelata nei vasconi di acqua calda e lavorata”.
Quale il passaggio successivo, secondo la ricostruzione di Report? “A quel punto, la carne che veniva riconfezionata come carnetta, considerata la carne di qualità più scadente tornava all’impianto di Salvaterra e lì, secondo quanto abbiamo ricostruito, Bervini ha da poco inaugurato una grande sala cottura molto moderna dove questa carnetta veniva cotta e, da quanto ci risulta, destinata alla Simmenthal – continua la giornalista -. Simmenthal ci ha confermato che riceve la carne Bervini e che per precauzione ha temporaneamente sospeso l’approvvigionamento della carne Bervini“.
A Salvaterra, secondo quanto riferisce Innocenzi e secondo quanto appreso da Tg Reggio attraverso fonti qualificate, lo scorso ottobre Ausl di Reggio e Carabinieri del Nas hanno effettuato ispezioni e controlli, con riscontri in fase di analisi: “Ho consegnato tutte le etichette e le informazioni in mio possesso all’ATS Valpadana. E’ stata la ATS Valpadana, dopo la mia segnalazione, a contattatare l’autorità di riferimento per quanto riguarda Salvaterra, cioè l’Ausl di Reggio Emilia. Da lì sono partiti i controlli dei servizi veterinari e dei Nas, che sono intervenuti più volte”.
Questa la replica della Bervini a Report: “Si tratta di una ricostruzione delle procedure di lavorazione parziale, imprecisa e tendenziosa. Le lavorazioni sono svolte secondo procedure rigidamente controllate, che garantiscono la piena salubrità dei prodotti. In tutti questi anni, non si sono mai verificati problemi di sicurezza né allerte alimentari legate alle nostre lavorazioni. I nostri stabilimenti sono costantemente sottoposti a controlli da parte delle autorità competenti”.
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