REGGIO EMILIA – Sei anni e due mesi fa emergeva l’inchiesta Octopus, un maxi giro di false fatturazioni che coinvolgeva, secondo la Procura, decine di imprenditori. Proprio la Procura ha depositato richiesta di rinvio a giudizio per 68 di quegli indagati.
Quattro hanno patteggiato, 68 a fine novembre compariranno davanti al giudice per l’udienza preliminare che deciderà chi rinviare a giudizio e che forse, con sentenza di non luogo a procedere, stralcerà alcune ipotesi di reato a carico di diversi indagati per sopraggiunta prescrizione.
Con elementi tecnici da considerare non di poco conto, ad esempio i tempi di prescrizione diversi per chi emette una falsa fattura e chi la utilizza. Presunte società cartiere e frodi carosello, per un giro di affari da 33 milioni, sono infatti al centro dell’inchiesta Octopus. Sei anni sono intercorsi tra l’emersione delle indagini, le misure cautelari e, adesso, la richiesta di rinvio a giudizio depositata dal sostituto procuratore Valentina Salvi di cui scrive la Gazzetta di Reggio.
In mezzo sono accadute molte cose: in primis, il maxi giro di false fatturazioni che il 12 giugno 2014 vedeva 41 indagati è aumentato a dismisura, portando la Procura a coinvolgere quasi il doppio delle persone. Erano 72 gli indagati, a ottobre 2018 alla fine delle indagini preliminari, con conseguenti tempi lunghi per le notifiche: tra loro, imprenditori locali anche noti e persone del mondo della comunicazione, dirigenti di società sportive, l’ex presidente di Cna e un impiegato dell’associazione referente della sede di Bagnolo.
Decine di imprese, non solo reggiane, avrebbero, attraverso questo sistema, evaso le imposte sui redditi e l’imposta sul valore aggiunto. Poi è intervenuto anche il blocco delle attività dato dal Covid. Adesso si è arrivati qui, ad attendere il “filtro” del gup. Gli avvocati non hanno ancora ricevuto notifica della richiesta formulata dal pm Salvi. Una volta presa visione decideranno il da farsi, soprattutto rispetto alla scelta del rito.
E’ orientata all’ordinario, proprio considerando la prescrizione, Chiara Carletti, avvocato di Omar Costi. Ma è solo un’ipotesi, dicevamo. Non si sbottona infatti, non avendo visto le carte, Liborio Cataliotti, legale di colui che è considerato il vertice del sistema: Marco Gibertini, tra gli 8 indagati per associazione a delinquere, l’ipotesi di reato più pesante e che, anche se per poco, non cadrà in prescrizione.
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