REGGIO EMILIA – Nei giorni scorsi il giudice Andrea Rat, accogliendo la richiesta della Procura, ha disposto l’archiviazione della posizione di 23 persone indagate nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti in Comune. Il nome più noto è quello del sindaco di Reggio Luca Vecchi.
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Nessuna prova di ingerenza nelle procedure di gara, né di interventi per orientare l’assegnazione degli appalti. E nessun elemento che dimostri che il sindaco di Reggio Luca Vecchi fosse al corrente di irregolarità nella predisposizione e nella gestione dei bandi. Sono queste le considerazioni sulla base delle quali la Procura ha chiesto l’archiviazione della posizione del primo cittadino nell’inchiesta su alcuni appalti banditi nel 2016 dal Comune di Reggio. Dall’atto firmato dai pubblici ministeri Valentina Salvi e Giulia Stignani si apprende che Vecchi era indagato per quattro gare: la selezione pubblica per l’incarico di direttore dell’Azienda servizi alla persona, il bando per il trasporto scolastico, la gestione della sosta a pagamento e della Ztl, la gara per la gestione del nido Maramotti e la concessione del servizio di ripristino della sicurezza stradale dopo gli incidenti. L’ipotesi di reato era turbata libertà degli incanti in concorso.
Le quattro vicende, molto diverse tra loro, hanno un tratto in comune per quanto riguarda Vecchi: agli atti dell’inchiesta non ci sono intercettazioni del sindaco. Il suo coinvolgimento nell’indagine è la conseguenza delle intercettazioni telefoniche e ambientali di Santo Gnoni, all’epoca capo dell’Ufficio legale del Comune e figura chiave dell’inchiesta. Gnoni, ascoltato mentre parla di volta in volta con dirigenti del Comune, funzionari e avvocati, dice di aver discusso del tale appalto con il primo cittadino o di avere intenzione di farlo o ancora di avere ricevuto da lui indicazioni sulla condotta da tenere. Parole che però non hanno trovato riscontro. Si tratta, scrivono nella richiesta di archiviazione Salvi e Stignani, “esclusivamente di frasi riferite soltanto da Gnoni”.
Un esempio: intercettato il 21 settembre 2016 dalla Procura mentre parla con una funzionaria del Comune, Gnoni sostiene di aver convinto Vecchi a sospendere la gara per il trasporto scolastico, la gestione dei parcheggi e la Ztl, viziata – a suo dire – da profili di irregolarità. Ma la Procura constata che in realtà la gara non fu sospesa e scrive che “non è stata registrata alcuna ingerenza da parte di Vecchi nella procedura di gara”. Le due pm sono arrivate alle stesse conclusioni per gli altri episodi oggetto di indagine.
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