REGGIO EMILIA – Rispetto del lavoro della magistratura da un lato e invito alla cautela nei giudizi e nelle prese di posizione. Questo, in sintesi, il senso dell’intervento dei gruppi di maggioranza in consiglio comunale dopo la chiusura delle indagini sugli appalti da parte della Procura, con 26 indagati.
“Le ipotesi di reato di corruzione riguardano situazioni e circostanze non inerenti all’attività del Municipio”. Si legge in una nota firmata da Pd, Immagina Reggio, Reggio E’ e Più Europa. Il riferimento è ai sette tra dirigenti e dipendenti indagati. Santo Gnoni non lavora più in Municipio da febbraio, ma un episodio di corruzione contestato riguarda la sua attività in qualità di sostituto del dirigente del Servizio affari costituzionali del Comune nel favorire Union Brokers.
“Emettere sentenze fuori dalle sedi proprie, condannare a priori, dare in pasto all’opinione pubblica mostri è diventato il modus operandi di certa politica e di certa parte della società più avvezza alla gogna, a processi sommari, che non alla ricerca della verità e della giustizia attraverso i codici e gli strumenti che lo stato repubblicano garantisce a tutti, nessuno escluso”.
Poi dalla maggioranza arrivano parole di sostegno alle persone coinvolte nell’inchiesta: “Per la conoscenza che abbiamo del tipo di lavoro che stanno svolgendo e per le modalità con le quali li abbiamo visti operare, siamo fiduciosi che le persone coinvolte sapranno chiarire gli addebiti loro mossi. Che sia chiaro: se alla fine verrà dimostrato che qualcuno ha sbagliato è giusto che il giudice commini le sanzioni conseguenti, ma i processi politici sono la reminiscenza delle peggiori dittature”.
E ancora: “Chi ridarà a queste persone la dignità pubblica che oggi viene messa in dubbio, qualora venissero proclamati innocenti?”. Si domandano, infine, i rappresentanti della maggioranza in Sala del Tricolore.
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