REGGIO EMILIA – Disturbo di personalità, con depressione e ansia provocati in una minore con domande “incalzanti e suggestive”, secondo la Procura. Un malessere che alla piccola veniva fatto credere derivasse dagli abusi sessuali subiti dal padre e dal socio di lui.
Toni minacciosi rivolgendosi alla polizia locale con frasi come “voi siete la mia polizia municipale e io vi ordino di arrestarlo” pronunciata, secondo l’ordinanza di fine indagini, da Federica Anghinolfi durante una discussione accesa nata con un uomo che si era presentato alla sede dei servizi sociali chiedendo informazioni sui figli allontanati.
All’ex responsabile del servizio minori, all’assistente sociale Francesco Monopoli e a Claudio Foti, psicoterapeuta dell’Hansel e Gretel, sono contestati alcuni nuovi capi d’imputazione. Ulteriori episodi in cui la Procura ha ravvisato delle ipotesi di reato. “Un impianto accusatorio integrato dalle dichiarazioni e dall’analisi dei documenti degli ultimi mesi”, ha detto il procuratore capo di Reggio Emilia Marco Mescolini. Un assistente sociale avrebbe raccontato agli inquirenti quello che si diceva dell’ufficio: “Lì vedono abusi sessuali anche negli stipiti delle porte”.
Materiale in più col quale, entro i prossimi 20 giorni, si confronteranno gli avvocati difensori dei 25 indagati cui è arrivato l’avviso di fine indagine. La 26ª, l’assistente sociale Cinzia Magnarelli, patteggerà una pena sulle accuse di falso ideologico e frode processuale: lo scorso agosto ha deciso di collaborare con gli inquirenti. “Redigeva dei verbali valorizzando alcuni aspetti che ponevano critiche rispetto a figure educative e genitoriali – dice il suo avvocato Alessandro Conti – Il suo sbagliare è stato quello di interpretare un fatto che sarebbe stato da riportare in modo asettico”.
Non è escluso nulla, in questi giorni che separano la fine delle indagini dalle richieste di rinvio a giudizio, e certo non che arrivino altre richieste di patteggiamento per qualcun altro che decida di rilasciare dichiarazioni. Magnarelli è stata licenziata dall’unione comuni Val d’Enza. “A oggi è l’unica che ha ricevuto il licenziamento ad nutum” dice Conti. Questo genere di licenziamento è la formula per cui il dipendente non viene sentito. “Il mio collega sta vedendo se è possibile impugnarlo” conclude il legale.
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