BIBBIANO (Reggio Emilia) – Nel luglio scorso il Comune di Bibbiano e l’Unione Val d’Enza hanno rischiato il commissariamento: a scriverlo è L’Espresso, nel numero in edicola in questi giorni.
Il settimanale dedica alle vicende bibbianesi la copertina e un’inchiesta firmata da Giovanni Tizian e Floriana Bulfon. E l’inchiesta rivela almeno un fatto inedito: lunedì 1 luglio, quattro giorni dopo gli arresti per l’inchiesta sugli affidi, i carabinieri avrebbero chiesto al pubblico ministero Valentina Salvi di trasmettere copia delle misure cautelari al prefetto per “valutare il commissariamento dell’Unione e di Bibbiano”. Nell’articolo la frase è tra virgolette, come si usa per le citazioni testuali di atti. Secondo gli autori dell’inchiesta, quella dei militari reggiani sarebbe una procedura inusuale per un abuso d’ufficio.
Quel che è certo è che martedì 2 luglio l’ordinanza di custodia cautelare che metteva il sindaco Andrea Carletti ai domiciliari fu notificata al prefetto Maria Forte. E lo stesso giorno il prefetto firmò il decreto con cui sospendeva Carletti dalla carica di primo cittadino. Una scelta assai diversa, dunque. Non una mossa traumatica come il commissariamento di Comune e Unione, ma una decisione di prassi: Carletti, essendo ai domiciliari, non poteva esercitare le funzioni di sindaco.
Ci fu allora una forzatura da parte dei carabinieri nell’evocare un commissariamento per il quale mancavano i presupposti? Il comandante provinciale, il colonnello Cristiano Desideri, interpellato da Tg Reggio, lo esclude categoricamente: “Nessuna forzatura. Quello che scrive L’Espresso è palesemente falso. Un’iniziativa del genere non spetta a noi”. Tra gli atti compresi nel fascicolo d’indagine, tuttavia, c’è effettivamente una nota del reparto operativo – Nucleo investigativo, datata 1 luglio e depositata in Procura il giorno dopo in cui si chiede il nulla osta alla notifica degli atti e si fa esplicito riferimento al commissariamento del Comune e dell’Unione Val d’Enza.
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