REGGIO EMILIA – Da ciò che resta degli stabilimenti interessati dal rogo, il fumo ha continuato a uscire anche in queste ultime ore. L’odore acre resta nell’aria. Le emissioni hanno tuttavia i minuti contati. I vigili del fuoco stanno infatti terminando di domare i diversi focolai localizzati, individuati all’interno dei siti produttivi di Inalca e Quanta, colpiti dall’incendio. L’area interessata supera per ampiezza quella di tre campi da calcio. Coordinati dalla procura, i pompieri assieme alla Scientifica della polizia, hanno eseguito un ulteriore sopralluogo, al fine di raccogliere elementi utili alle indagini sulle cause. Non si esclude alcuna ipotesi, anche se quella dell’incendio colposo rimane al momento la più probabile.
La priorità, al momento, riguarda la soluzione dei disagi vissuti dai residenti della zona.
E c’è ovviamente il fronte del futuro occupazionale di oltre 400 lavoratori. Un quarto dei quali si è riunito in assemblea, presso l’auditorium della Cisl in via Turri. Si tratta dei dipendenti della Srl Fabbrica del Lavoro Srl, che svolge mansioni logistiche in appalto per Inalca. Per loro è in arrivo l’ammortizzatore sociale attivato tramite il Fondo di integrazione salariale. Significa una decurtazione del 20% di buste paga già ai minimi. E ancora non si sa se l’azienda anticiperà i versamenti. E’ previsto sabato invece l’incontro dei dipendenti di Inalca. Tra quelli finora contattati dai dirigenti per una proposta di ricollocamento fuori provincia, meno di un terzo ha accettato.
‘Serve rapidità nel mettere in campo soluzioni per evitare che il polo della carne vada perso’, afferma Rosamaria Papaleo, segretaria della Cisl Emilia Centrale, che tra le altre cose suggerisce l’opzione della rigenerazione di impianti dismessi.
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