REGGIO EMILIA – Prima dell’incendio che il 10 febbraio scorso distrusse lo stabilimento Inalca di via due Canali a Reggio lavoravano in appalto, gestendo tutta la parte logistica, 99 dipendenti di Fabbrica del Lavoro. Ora sono rimasti in 68. Per loro sarà un Natale meno amaro, perchè è stata per ora accantonata la procedura di licenziamento ma è invece stata prorogata la cassa integrazione fino al 10 maggio 2026. Nelle scorse ore infatti è stato raggiunto un accordo tra le organizzazioni sindacali, la proprietà dell’azienda, che ha sede a Modena, e Confindustria.
All’incontro, che si è tenuto online, hanno preso parte Gaetano Capozza, segretario della Fit Cisl di Reggio e Federico Leoni, segretario della Filt Cgil reggiana. ‘Siamo soddisfatti di aver ottenuto altri mesi di cassa integrazione – spiega Capozza – in questo modo potremo lavorare con più tranquillità per eventualmente ricollocare i lavoratori. A gennaio chiederemo anche una mano alle istituzioni, alla Provincia e alla Regione, per istituire un tavolo di confronto’. L’azienda aveva nei mesi scorsi parlato genericamente di reinternalizzarne alcuni di questi lavoratori ma comunque in stabilimenti del gruppo anche molto lontani, ed esempio in Romagna.
Per quanto riguarda invece il futuro dei lavoratori diretti di Inalca che erano impegnati a Reggio è prevista una nuova riunione a inzio gennaio, dopo le festività. Per una trentina di loro la cassa integrazione straordinaria terminerà il 10 febbraio 2026, ad un anno dall’incendio. La gran parte invece dei 165 dipendenti sta continuando a lavorare in trasferta, in 3 stabilimenti nel Modenese, in uno in provincia di Piacenza, e in quello di Pegognana nel Mantovano.
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