REGGIO EMILIA – Interessa anche la partita dei risarcimenti assicurativi l’indagine ancora in corso sulle cause dell’incendio che domenica sera ha completamente distrutto 15 autobus e compromesso in modo grave altri due.
Una prima stima fatta da Seta quantifica i danni nell’ordine dei 3 milioni di euro. Il valore di quanto andato perso sarà oggetto di valutazione da parte dei periti delle assicurazioni chiamate a risarcire. Ogni ente coinvolto sta facendo riferimento alle compagnie con le quali ha sottoscritto contratti di copertura rischi, a partire dall’Agenzia per la Mobilità, che è proprietaria delle strutture, dunque della pensilina che fa da ricovero ai mezzi e che sarà da ricostruire. A Seta, invece, andranno i ristori inerenti le vetture che, nella maggioranza dei casi, hanno molti anni di attività alle spalle.
Nel 2003 era stato immatricolato il bus che, andando a fuoco per primo, ha fatto da innesco all’inferno che nell’arco di qualche decina di minuti si è scatenato. Fa parte di una flotta di 52 mezzi alimentati a Gpl e oggetto di una manutenzione straordinaria avvenuta 11 anni fa. Una tipologia di veicoli, prodotti dalla tedesca Man, adottata da pochissime realtà del trasporto pubblico in Italia, già da tempo inserita dall’azienda nel proprio piano di dismissioni degli automezzi. Anche per via di una controindicazione che riguarda la gravosa attività manutentiva richiesta.
Proprio l’aspetto dello stato di conservazione del motore e delle parti elettriche è tra gli elementi al centro dell’indagine avviata dalla Procura. Sul fascicolo non compaiono indagati. L’ipotesi del guasto è corroborata dalle testimonianze fornite dai dipendenti che per primi, con gli estintori, hanno tentato di soffocare il rogo, avvenuto su un bus da poco rientrato e posizionato in sosta subito dopo essere stato rifornito.
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