REGGIO EMILIA – L’autobus che per primo ha preso fuoco, non aveva dato segnali di anomalie. Così risulta dal racconto dell’autista che lo aveva utilizzato in più corse e che al termine della giornata lo aveva riportato al deposito. La testimonianza, insieme a diverse altre, è nel fascicolo dell’inchiesta avviata dal sostituto procuratore Jacopo Berardi. Prima che divampasse l’incendio, il mezzo era stato prelevato per il rifornimento per essere poi posizionato in sosta per la notte.
La zona interessata dal rogo è ancora sotto sequestro. Nessun verbale dei vigili del fuoco è stato ancora consegnato. Né all’Agenzia per la mobilità, ente proprietaria delle strutture, né a Seta, che al momento ha come priorità il reperimento di veicoli da aggiungere alla propria flotta.
La riserva di mezzi solitamente tenuti di scorta si è infatti azzerata ed è necessario restituire al più presto i 13 autobus che, tramite comodato d’uso gratuito, sono arrivati in prestito dalle altre sedi di Modena e Piacenza, ma anche da Bologna, forniti da Tper. Se ne devono acquistare altrettanti. Per farlo l’azienda sta vagliando il mercato dell’usato.
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