CADELBOSCO SOPRA (Reggio Emilia) – Passata la paura, resta la devastazione dell’intera parte produttiva dello stabilimento di trattamento della plastica, ampia circa 2mila metri quadrati, con la necessità anche di verificare la tenuta statica dei capannoni dopo il rogo. Impossibile ancora immaginare i tempi di ripristino. Potrebbe volerci anche più di un anno.
Anche se per non bloccare l’attività e garantire un futuro lavorativo ai 110 addetti, una settantina i dipendenti, Iren che controlla I.Blu starebbe valutando la possibilità di dislocare le attività o di realizzare altrove un nuovo impianto, mantenendo a Cadelbosco Sopra solo un magazzino. Già la prossima settimana è previsto un incontro tra l’ad di Iren Ambiente, Eugenio Bertolini, e i vertici dell’azienda per iniziare a discutere del futuro dell’area.
Di sicuro, i tempi per riattivare l’attività produttiva saranno lunghi, ma il primo obiettivo sarà quello di gestire i materiali già lavorati e quelli ancora da trattare presenti nel magazzino non interessato dal rogo e non posto sotto sequestro. Materiali che potranno essere dirottati su altri impianti di selezione gestiti da Iren come quelli di Asti e di Borgaro Torinese. E poi c’è il futuro degli addetti e delle loro famiglie.
Filctem Cgil, preoccupata, ha già chiesto un incontro ufficiale ai vertici di Iren Ambiente per concordare l’attivazione degli ammortizzatori sociali, durante il fermo produttivo, e valutare possibili integrazioni salariali. Il sindacato chiede certezze anche sul futuro del sito produttivo, aprendo a una possibile delocalizzazione ma mantenendo la sua collocazione nel reggiano.
D’altronde, lo stabilimento di Cadelbosco Sopra già nel 2015 era stato interessato da un precedente incendio, quando ancora non era gestito da Iren, e già in passato era stato al centro di proteste da parte dei residenti della zona per i cattivi odori.
Servizio Tg di Alessio Fontanesi
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