REGGIO EMILIA – Incarichi affidati a esterni senza aver prima consultato la banca dati dei curricula, istituita presso il servizio Gestione e Sviluppo del personale del Comune; nelle determine di affidamento, invece, era stato scritto che si era attinto proprio da quell’elenco.
Dichiarazioni che non corrispondevano alla verità, quindi, secondo le accuse e su questo verte l’indagine della Procura reggiana che ha chiuso la fase preliminare. Il caso che aveva preso impulso da un rilievo della Corte dei Conti e da un esposto del Movimento 5 Stelle, era scoppiato nel febbraio del 2019 e oggi ha visto un ridimensionamento notevole degli indagati: dai 18 iniziali, ne restano 5. Le accuse sono di falso ideologico commesso da pubblico ufficiale e, per tre persone, anche abuso d’ufficio.
Nell’elenco figurano due dirigenti del servizio Legale del Comune, Santo Gnoni e Luca Fantini; Massimo Magnani, dirigente dell’area Pianificazione strategica; Lorena Belli, dirigente dei Servizi alla città, settore edilizia; Elena Davoli, dirigente delle Politiche per l’università. Ci si riferisce a incarichi affidati a più professionisti, anche se spesso ricorrono gli stessi nomi, tra il 2013 e il 2014, per consulenze con importi che vanno dai 600 ai 30mila euro. L’avvocato Liborio Cataliotti, in origine difensore di 9 indagati, ha ottenuto l’archiviazione per sei di questi.
A confortare la difesa anche le tante modifiche normative intervenute su questi adempimenti, che farebbero escludere reati di natura penale.
“Prendo atto dell’avviso di chiusura indagini ricevuto da 5 fra dirigenti, ex dirigenti e dipendenti del Comune di Reggio Emilia sui 18 iniziali – ha commentato il sindaco Luca Vecchi – La notizia in sé ha aspetti positivi che ridimensionano in modo significativo la portata di quanto emerso oltre un anno fa, ma così come in altra inchiesta riguardante figure la cui attività lavorativa è – o è stata – connessa all’amministrazione ritengo che la giusta condotta davanti alla situazione in corso sia mantenere un atteggiamento equilibrato e cauto e, al tempo stesso, improntato ai quei principi di garantismo sanciti dalla nostra Costituzione. Il Comune segue con attenzione l’evolversi dell’iter, così come avvenne lo scorso anno quando – applicando una circolare Anac – intervenne opportunamente e tempestivamente ruotando i dirigenti coinvolti nell’inchiesta, all’epoca aperta”.
Vecchi ha quindi aggiunto: “A chi, per mera logica di speculazione politica, chiede provvedimenti punitivi in assenza di una qualsivoglia condanna – vale la pena ricordare che allo stato attuale dei fatti queste persone sono indagate, nemmeno imputate – replico che ritengo il diritto di difesa uno dei capisaldi della democrazia nella quale viviamo, senza il quale la nostra società si allontana dai principi di civiltà del diritto. Ciò vale e deve valere sempre, per qualsiasi cittadino. Qualora dovessero emergere responsabilità ed esserci pronunciamenti contrari nel procedimento, l’amministrazione comunale di Reggio Emilia ha gli strumenti e i modi per tutelare il suo buon nome e la sua credibilità in modo coerente e conseguente. Non prenderò tuttavia parte ad alcuna rissa mediatico-politica sul tema”.
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