REGGIO EMILIA – Lo sguardo che colpisce, le mani che parlano, i gesti che raccontano. Con tutto il corpo Otello Sarzi sapeva trasmettere un messaggio e soprattutto con quell’estensione del suo corpo che erano i suoi burattini. Momenti più intimi e altri più pubblici della sua vita e della sua carriera sono stati immortalati da sette fotografi e ora sono in mostra al Tecnopolo.
Gianni Berengo Gardin ha documentato l’amicizia di Otello con Cesare Zavattini, Alfonso Zirpoli si è concentrato sulle sue mani, Vasco Ascolini sulle maschere espressive dei suoi burattini. Enrica Scafari ci mostra la curisità di Fellini per il lavoro di Otello e ancora gli scatti di Claudio Salsi, Giovanni Biccari e Ivano Bolondi. Ognuno ci trasmette un’immagine personale e unica del grande artista burattinaio, nato nel 1922 e morto nel 2001. La mostra fotografica è l’iniziativa che chiude l’anno di celebrazioni per il centenario della nascita.
Straordinario innovatore nel campo del teatro di figura europea, Otello Sarzi ha lasciato un segno nel nostro patrimonio artistico. Collaborò con Gianni Rodari e a Reggio con le scuole dell’infanzia dirette da Loris Malaguzzi. La fondazione si è costituita nel 1996 a Bagnolo per volontà dello stesso Otello e oggi tutela e valorizza la sua eredità.
La mostra, composta da 60 immagini originali e altro materiale di scena, resterà aperta fino al 19 marzo. Al taglio del nastro anche la consigliera regionale Stefania Bondavalli e la vice presidente della Provincia, Elena Carletti.
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