REGGIO EMILIA – Dall’ottobre dell’anno scorso ha umiliato, offeso, minacciato, segregato, picchiato la compagna 38enne, anche davanti al figlio minore della donna, procurandole lesioni che, lo scorso agosto, hanno raggiunto i 63 giorni di prognosi. La vittima, esasperata da mesi di episodi molto pesanti perpetrati ai suoi danni, aveva anche deciso di farla finita versandosi una tanica di benzina addosso. Dopo aver trovato la forza e il coraggio, si è invece recata dai carabinieri raccontando tutto. Al termine delle indagini, i militari di Ramiseto e Castelnovo Monti hanno denunciato il 43enne con le accuse di maltrattamenti in famiglia aggravati, sequestro di persona e lesioni personali aggravate.
La procura, al riguardo, ha ottenuto dal Gip del tribunale di Reggio Emilia un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico dell’uomo che ieri mattina è stata eseguita dai militari che lo hanno arrestato. Nel corso di mesi pesantissimi, il 43enne ha messo in atto comportamenti che vanno al di là di ogni logica come rinchiudere la compagna in casa in sua assenza, isolandola dal contesto esterno – impedendole cioè di usare il telefono e costringendola a rimuovere i suoi profili social – picchiandola, tentando di strangolarla e addirittura immergendole la testa nella vasca da bagno piena di acqua. Lo scorso agosto, dopo averla picchiata in auto, l’uomo l’ha costretta a scendere e a camminare a quattro zampe intorno alla vettura.
Il giorno successivo è giunta la richiesta di aiuto ai carabinieri, dopo essere uscita dall’ospedale con una prognosi di oltre due mesi a causa delle botte ricevute, anche con un tubo di acciaio. Al termine delle indagini, come detto, l’uomo è stato prima denunciato e poi portato in carcere grazie all’ordinanza di custodia cautelare richiesta dalla procura.
Servizio Tg di Giulia Gualtieri
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