REGGIO EMILIA – Inalca si è impegnata a fornire ai sindacati, entro la fine di settembre, un mappatura completa dei siti produttivi del gruppo, che fa capo a Cremonini, per poter ricollocare altri lavoratori che erano impegnati in via Due Canali nel sito distrutto dall’incendio del febbraio scorso. Su 161 totali infatti, 127 attualmente sono stati trasferiti in diversi stabilimenti, per lo più tra il Modenese, il Piacentino e il Mantovano. 34 invece sono ancora in cassa integrazione.
Nell’incontro di ieri in Regione a Bologna i rappresentanti di Inlaca hanno informato di essere in grado di ricollocarne solo la metà. La cassa integrazione scadrà di fatto a dicembre perché deve essere rifinanziata. Su questo punto i sindacati hanno chiesto un impegno maggiore e appunto un elenco completo di quelli che potrebbero essere i posti disponibili.
I lavoratori “trasfertisti” oggi godono di bonus: indennità economiche, la mensa e la disponibilità di un pullmino per raggiungere gli altri siti del gruppo. Su questo punto la trattativa si è incagliata. “C’è stata una disponibilità di massima a mantenere l’indennità anche ai lavoratori che verranno trasferiti definitivamente – spiega Andrea Sirianni della segretaria della Cisl Emilia Centrale – ma non sono stati in grado di fornirci risposte concrete”.
Ancora più delicata la situazione dei lavoratori di Fabbrica del Lavoro, che in appalto per Inalca gestivano la parte logistica. In primavera erano 74 in cassa integrazione, ora sono rimasti in 65. “L’azienda ha genericamente parlato di reinternalizzarne qualcuno – continua Sirianni – ma comunque in stabilimenti del gruppo anche molto lontati come in Romagna”.
I sindacati incontreranno i lavoratori di Inaca per spiegare loro nel dettaglio la situazione alla luce dell’incontro di ieri: l’assemblea si terrà lunedì pomeriggio alle 17.30 al circolo Pigal di Reggio.
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