REGGIO EMILIA – Nel suo complesso la proposta del gruppo Cremonini è stata bocciata dalle lavoratrici e dai lavoratori che fino all’incendio del 10 febbraio scorso erano in forza nello stabilimento Inalca di via Due Canali. Cgil, Cisl e Uil si sono impegnati a riavviare la trattativa con l’azienda a partire dall’argomento principale che l’ha fatta saltare. Riguarda le indennità economiche, la mensa e il servizio navetta per raggiungere gli stabilimenti di Piacenza, Pegognaga e del Modenese.
Cremonini finora si è detta disponibile a prorogare fino alla metà di giugno 2026 i benefit e le indennità. “Cosa che per noi è insufficiente, dobbiamo avere una stabilità nel corso dei mesi e degli anni”, dice Ennio Rovatti, Segretario territoriale di Uila-Uil. “Ci sono dei costi e dei tempi molto lunghi per andare a lavorare fuori provincia, è necessario riprendere la trattativa da dove l’abbiamo interrotta”, sottolinea Andrea Sirianni, segretario confederale dei Cisl Emilia Centrale.
“Speriamo di ricevere risposte adeguate dall’azienda, la riconvocheremo per confrontarci nuovamente su questo tema”, aggiunge Sara Varini, funzionaria Flai-Cgil.
Prioritario è anche l’obiettivo del ricollocamento del numero più alto possibile di lavoratori. Trentaquattro quelli attualmente in cassa integrazione. Quattro volte tanto, invece, i trasfertisti. Tra loro Margherita e Barbara, da 28 anni dipendenti di Inalca: “Abbiamo 6 euro di trasferta, più la mensa e il pulmino. E’ una risorsa importante senza la quale non siamo più disposte ad andare a lavorare così lontano”.
Barbara rivolge un appello al gruppo Pini, proprietario di Ferrarini, che ha previsto un nuovo stabilimento a Masone per sostituire quello storico di Rivaltella: “Se cercano cento operai, noi ci siamo”.
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