REGGIO EMILIA – I residenti di via Due Canali e della zona attorno al polo industriale, andato in gran parte distrutto due mesi fa a causa del maxi incendio, sono alla finestra, in attesa di capire a cosa le indagini porteranno. Se la risposta dovesse essere “rogo doloso”, si aprirebbero scenari inediti su molti fronti.
Fin da subito i filoni sono stati due, e paralleli: l’azione degli inquirenti e quella delle autorità sanitarie e di Protezione civile. Entrambe stanno proseguendo. La questione più urgente è asportare le carni ancora presenti nello stabilimento, ovviamente nella parte non sotto sequestro. “In questi giorni le ditte incaricate delle bonifiche, sia dell’amianto sia degli alimenti, hanno continuato a lavorare come da piano di lavoro – ha aggiornato i residenti, con una lettera, l’assessore alla Protezione civile, Carlotta Bonvicini – E’ stata conclusa la rimozione del reparto surgelati e si prospetta la rimozione completa dei restanti alimenti per la fine della prossima settimana. Le operazioni non sono state semplicissime a causa delle condizioni delle strutture spesso pericolanti e per l’elevato numero di demolizioni da effettuare”. Verrà poi effettuata un’azione di derattizzazione.
E’ costante il contatto con i circa 100 residenti delle case popolari di via Due Canali, i più vicini alla zona e anche i più esposti, che hanno come riferimento il presidente del comitato famigliari vittime di amianto, Davide Vasconi. E sono circa 200 i cittadini che hanno formato il comitato Amianto Zero e che hanno fatto richiesta di accesso agli atti e stanno ora raccogliendo testimonianze. Vogliono sapere – riferisce il portavoce e vicepresidente, Stefano Ferrari, la cronologia esatta degli interventi di Arpae e del Comune e per questo hanno chiesto un incontro all’amministrazione.
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