REGGIO EMILIA – “Salvatore Olivo aveva firmato un’autocertificazione nella quale dichiarava di non avere condanne o processi in corso“: a dirlo è il presidente di Clean Service, la società che ha incaricato l’uomo, condannato nel processo Aemilia, di eseguire il trasloco dell’ex procuratore Marco Mescolini. Dopo che la vicenda è venuta alla luce in seguito alla denuncia sporta dal magistrato, Olivo è stato licenziato.
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Come è stato possibile che un imputato nel processo Aemilia, condannato in primo grado e in appello, si sia trovato a tu per tu con un magistrato sotto scorta per le sue inchieste antimafia, Marco Mescolini, all’interno dell’abitazione di quest’ultimo, mandato lì dalla ditta di cui è dipendente per assistere l’ex procuratore di Reggio nel trasloco verso la nuova sede di Firenze? Perché è proprio questo che è accaduto: dei due operai inviati dalla società Clean Service per svuotare l’appartamento di piazza XXIV maggio in cui viveva in affitto il magistrato, uno – Salvatore Olivo, 44 anni, nato a Crotone – è stato rinviato a giudizio ed è stato condannato su richiesta di Mescolini. E quando si è trovato in casa dell’ex sostituto procuratore della Dda, si è lamentato con lui di non essere stato interrogato e ha chiuso con la frase: “Hai visto che fine ha fatto Mescolini?”.
Il magistrato ha denunciato l’episodio ai carabinieri di Modena, che hanno individuato Olivo e ne hanno ricostruito la posizione processuale. Olivo sapeva di avere di fronte Mescolini? Lui a TG Reggio ha detto e scritto di no, anche se poi – dopo aver chiesto di essere intervistato per rettificare i contenuti del nostro servizio sulla vicenda – non si è presentato all’appuntamento.
E Clean Service? Sapeva delle pendenze giudiziarie di Olivo? Gianfranco Lusuardi, presidente e socio di maggioranza, assicura di no. Spiega che Olivo è arrivato a Clean Service nel 2019 attraverso l’agenziale di lavoro interinale Temporary ed è stato assunto l’anno scorso. Olivo, racconta il presidente di Clean Service, ha firmato un’autocertificazione nella quale dichiarava di non avere carichi pendenti e per questo nei giorni scorsi è stato licenziato dall’azienda. Nessuno in precedenza aveva ritenuto di accertare la veridicità della sua autocertificazione.
Resta almeno un aspetto da chiarire. Secondo la nota dei Carabinieri di Modena che hanno approfondito la denuncia di Mescolini, Clean Service aveva già prelevato carte del magistrato dal suo vecchio ufficio in Procura e svolge lavori di pulizia all’interno del Palazzo di Giustizia di Reggio. Una circostanza, quest’ultima, negata a TG Reggio sia dall’azienda, sia dalla presidente del tribunale Cristina Beretti.
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