REGGIO EMILIA – Cresce l’imprenditoria femminile in terra reggiana, anche se calano le imprese guidate da ragazze under 35. Insomma, le aziende in rosa aumentano ma a mettersi in proprio sono le donne dai 40 anni in su.
Secondo i dati diffusi dalla Camera di Commercio, si registra un incremento dello 0,5%, nel 2022 sono salite a 10.231 unità e il tasso di femminilizzazione del sistema imprenditoriale reggiano è arrivato al 18,6%. Cinque settori prevalenti di attività: commercio con 2.467 imprese soprattutto al dettaglio, l’agricoltura maglia d’argento come ricorda Coldiretti provinciale, con 1.286 aziende e una spiccata attitudine a coniugare imprese e attenzione al sociale e all’ambiente tra fattorie didattiche, pet-therapy e gli orti didattici. Per quanto riguarda i settori seguono i servizi di alloggio e ristorazione e infine la manifattura.
Nel terziario, sono 2.059 le imprese femminili della provincia che svolgono attività di servizi alle imprese, in crescita del 3,7% rispetto al 2021. Anche l’imprenditoria femminile straniera regge bene il momento di crisi: nel 2022, la componente delle imprenditrici immigrate ha guadagnato l’1,4% di unità in più rispetto all’anno precedente (da 1.766 a 1.791 imprese registrate), confermando il trend in crescita degli ultimi anni e provengono in prevalenza da Cina, Romania, Nigeria e Marocco. Guardando poi alla distribuzione sul territorio, nel comune di Reggio Emilia (3.529 imprese), poi Correggio (534), Scandiano (525), Casalgrande (317) e Guastalla (285).
Anche la carriera universitaria sta premiando le donne: dai dati, analizzati dall’ufficio studi Lapam ed elaborati da AlmaLaurea di Unimore a fine 2021, i laureati presso l’Università degli studi di Modena e Reggio sono stati complessivamente 1640: nel 57,% dei casi si tratta di studentesse con un tasso di occupazione a 5 anni dalla laurea del 94 % delle donne laureate nella materie Stem, acronimo di scienze, tecnologie, ingegneria e matematica.













