CASTELNOVO MONTI (Reggio Emilia) – Ha avuto eco nazionale, nelle ultime ore, una storia di presunta usura a discapito di un imprenditore edile di Castelnovo Monti. Una guardia carceraria di Reggio è indagata.
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C’è un’inchiesta aperta in procura da fine maggio la cui ipotesi di reato è usura e in cui l’indagato è una guardia carceraria in servizio a Reggio. Sono stati gli uomini della compagnia dei carabinieri di Castelnovo Monti guidato dal capitano Josè Ghisilieri a raccogliere la denuncia dalla stessa vittima, un imprenditore del capoluogo della montagna reggiana, il 51enne Stefano Maioli, titolare di una ditta di ristrutturazioni interne.
C’è il più stretto riserbo, ad ora, sulle indagini. Si sa però che sono stati gli stessi militari a cercare Maioli, dopo essere stati contattati da un’agenzia di stampa e da una troupe di Rete4 ai quali l’imprenditore aveva raccontato la sua storia, che ha poi ripetuto ai militari formalizzando la denuncia. E alle telecamere di Fuori dal Coro, il 51enne ha mostrato assegni e messaggi sul telefonino.
Maioli ha raccontato ai carabinieri di aver avuto un prestito di 6mila euro e di averne dovuti restituire 10mila, a tassi di interesse, appunto, ritenuti da usura. Secondo la sua versione, la guardia carceraria attualmente indagata, conosciuta perché gli aveva fatto dei lavoretti idraulici in casa, è l’intermediario di un’organizzazione criminale ben più strutturata, ma ad ora non c’è riscontro di questo e la vicenda parrebbe un caso isolato.
Anche sui tempi è tutto da ricostruire con esattezza. L’imprenditore di Castelnovo Monti ha parlato infatti di grosse difficoltà economiche nate in particolare in seguito all’emergenza Covid, al blocco delle attività e al fatto che la banca non gli abbia concesso il fido da 25mila euro previsto appunto per questa emergenza. I messaggi che mostra sul cellulare e che raccontano il rapporto col presunto usuraio portano però anche date di oltre un anno fa. Da due anni Maioli ha una vertenza aperta col comune di Castelnovo Monti per somme di denaro non versate alla scuola dell’infanzia, spese che lui ritiene facoltative.
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