REGGIO EMILIA – Procede verso la fase finale di collaudo il mega impianto di Iren a Gavassa. L’inaugurazione, che sarà aperta alla cittadinanza, è prevista nella prima metà del 2023, entro la primavera.
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Trituratori, miscelatori e separatori sono entrati in azione già a ottobre. Grandi braccia robotizzate dotate di ragno meccanico si occupano della movimentazione dei materiali. L’attività di trattamento della frazione umida dei rifiuti urbani entrerà a breve a regime all’interno dell’impianto di Iren, realizzato tra Gavassa e Prato di Correggio, a nord dell’alta velocità e dell’autostrada.
Al momento sono attivate le fasi di ricezione, di preparazione e di digestione anaerobica. In parallelo avviene la selezione e la triturazione della cosiddetta frazione verde.
Una volta raggiunto il pieno ritmo, lo stabilimento sarà in grado di accogliere 100mila tonnellate all’anno di rifiuti, compresi gli sfalci verdi. Dalla loro trasformazione verranno ricavate 53mila tonnellate di compost e 9 milioni di metri cubi di biometano. Combustibile che nelle prime settimane di collaudo è finito bruciato tramite torcia, ma che adesso confluisce alla rete del gas, grazie all’allacciamento eseguito in queste ultime ore, in concomitanza col sopralluogo avvenuto alla presenza dei sindaci di Reggio, San Martino in Rio e Correggio, rappresentato quest’ultimo dal commissario prefettizio.

“Ricordiamoci che 20 anni fa si discuteva di fare qui un grande termovalorizzatore e avevamo la raccolta differenziata a meno del 40%. In 20 anni questo territorio ha spento l’inceneritore di Cavazzoli e non ne ha fatto uno nuovo”, ha detto il sindaco di Reggio Luca Vecchi. “Abbiamo potuto vedere quello che ci era stato spiegato tecnicamente. Un grande progetto, d’esempio per altre province”, ha aggiunto Paolo Fuccio, primo cittadino di San Martino.
Di “scelta lungimirante” ha parlato l‘amministratore delegato di Iren Ambiente Eugenio Bertolini, sottolineando come l’iter di realizzazione sia cominciato in un’epoca ‘non sospetta’, mentre oggi è evidente la necessità di rendere l’Italia indipendente nell’approvvigionamento di energia. Da considerare, poi, è il concetto di autosufficienza dei territori quanto alla gestione dei rifiuti prodotti. “Tutto quello che viene prodotto nelle province di Reggio e Parma viene trattato in ambito territoriale”.
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