REGGIO EMILIA – Territorio agricolo e paesaggio, da una parte; produzione di energia da fonti rinnovabili, dall’altra. Regione e Provincia, da una parte; Governo dall’altra. E’ l’estrema sintesi della battaglia che nel reggiano ha già toccato i comuni di Sant’Ilario e Scandiano, sull’agrivoltaico, e di Gualtieri per il biometano di Santa Vittoria. Partite dove i sindaci per ora sono riusciti a fermare gli impianti, ma che restano aperte.
A Scandiano è arrivato un diniego per mancanza di un atto, ma i proponenti possono rifare la domanda, correggendola. A Sant’Ilario, lo stop è arrivato dal Ministero, ma la società ha già ripresentato un progetto ridotto. A Gualtieri, dopo il parere negativo per la mancata convenzione su parcheggi e interventi su via d’Este, invece, non sono ancora scaduti i termini per il possibile ricorso dei proponenti.
Vicende, dunque, ancora tutte aperte con l’aggravante, per gli enti locali che vorrebbero poter incidere e tutelare la campagna agricola, del decreto approvato dal Consiglio dei Ministri che conferma la volontà di accelerare l’iter autorizzativo per la costruzione e l’esercizio degli impianti di energia rinnovabile. Nel testo ad esempio si prevede l”autorizzazione unica’ con valore di valutazione di impatto ambientale, che passa da 120 a 40 giorni, e la riduzione dello 0,5% dell’importo con cui risarcire i comuni dove sorgeranno gli impianti.
Il decreto non è esecutivo, mancano ancora i pareri della Conferenza Stato-Regioni, del Consiglio di Stato e delle Commissioni parlamentari, ma la volontà dell’Esecutivo è chiara. Anche per questo il presidente della provincia Giorgio Zanni sollecita gli amministratori locali, di qualsiasi colore politico perché, con il supporto di UPI e ANCI, ‘chiedano al Governo di riequilibrare una situazione che sta avendo conseguenze concrete sui territori agricoli, sulla bellezza del paesaggio, sulla sostenibilità e sulla qualità della vita delle comunità’. ‘Siamo pronti a ogni iniziativa a sostegno di energie rinnovabili e transizione energetica – conclude Zanni – ma senza cancellare il diritto-dovere dei Comuni di pianificare i propri territori”.
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