REGGIO EMILIA – Sei mesi di contrattazione, un confronto costante e costruttivo, che ha portato a un risultato che possiamo definire plebiscitario: dopo il voto favorevole dell’assemblea dei 250 dipendenti (la quasi totalità di tutte le sedi regionali di Emilia Romagna, Lombardia, Friuli-Venezia Giulia, Toscana, Veneto, Lazio, Puglia) e l’approvazione, il 15 febbraio, di tutto il Consiglio di Amministrazione, sarà operativo dal 1° marzo il nuovo Accordo integrativo che ridefinisce in Ifoa l’organizzazione del lavoro. L’accordo non si limita tuttavia a una semplice redistribuzione dell’orario di lavoro, carattere senza dubbio rilevante, ma rappresenta un significativo passo avanti verso la concretizzazione dei concetti di sostenibilità e conciliazione vita-lavoro, minimo comun denominatore per le aziende che vogliono diventare attori di un cambiamento prima culturale e poi sociale ed economico, che le possa rendere al tempo stesso attrattive per nuove risorse e per il mercato.
Il nuovo Accordo mira infatti a creare un clima di collaborazione culturale ed economica tra datore di lavoro e dipendenti, ponendo l’attenzione sulla tutela della genitorialità, della famiglia, del benessere psicologico e dell’uguaglianza di genere. Introduzione del concetto di flessibilità oraria, incentivazione dello smart working, venerdì pomeriggio non lavorativo e nuove misure di welfare: questi i punti più importanti dell’Accordo.
Accento particolare viene posto sulla maternità. Il documento si propone infatti di eliminare l’idea che la maternità possa rappresentare un ostacolo alla carriera femminile, sottolineando invece la possibilità di conciliare il desiderio di famiglia con una gratificante carriera professionale. In questo caso Ifoa è tra i primi ad aver sottoscritto il “Codice di autodisciplina della maternità” emanato dal Ministero per le Pari Opportunità a fine 2023.
L’accordo è stato presentato questa mattina, nella sede di Ifoa a Reggio Emilia, dal Direttore Umberto Lonardoni e dai rappresentanti sindacali di CGIL, CISL e UIL, alla presenza anche dei rappresentanti dei lavoratori.
Il Direttore di Ifoa, Umberto Lonardoni: “L’Accordo nasce dalla constatazione che i risultati economici, la crescita e lo sviluppo di Ifoa, dipendono dal benessere delle persone che ci lavorano e, in questo senso, saper ascoltare le esigenze dei colleghi e provare a dare delle risposte in termini ad esempio di flessibilità e conciliazione vita-lavoro, costituisce la base per una relazione azienda-lavoratore basata sulla fiducia e sulla corresponsabilità”.
Ma c’è sicuramente un motore che accelera questa volontà di cambiamento e di revisione dei modelli lavorativi, una più ampia ragione che trova spiegazione proprio nel mutamento che il mercato del lavoro ha subito negli ultimi anni e in particolare dopo il Covid.
Lonardoni continua: “Oggi sono cambiati i valori che ci fanno orientare su una carriera professionale piuttosto che su un’altra. Resta sicuramente in primis la solidità economica, ma subito dopo arriva un giusto equilibrio tra vita e lavoro, fattore fondamentale per più della metà degli italiani, seguito dalla condivisione dei valori dell’azienda e poi dalla sicurezza”.
In sostanza cerchiamo sì la tranquillità economica, ma guardiamo con sempre maggiore attenzione alla qualità della nostra vita e del tempo che passiamo sia sul lavoro che fuori. Tra le principali motivazioni che spingono oggi a cambiare posto di lavoro ci sono proprio la flessibilità negli orari e l’accesso allo smart working. Un fenomeno che negli ultimi anni si è diffuso così tanto da essere definito come “le grandi dimissioni” e che quindi spinge le aziende ad adottare pratiche per trattenere le risorse.