REGGIO EMILIA – L’Aisi, Agenzia Informazioni e Sicurezza Interna, è l’erede del Sisde, il servizio segreto civile. Il suo compito istituzionale, definito dalla legge, è quello di difendere il Paese dalle minacce interne ed esterne, soprattutto attraverso il contrasto delle attività di spionaggio dirette contro l’Italia. Che alla fine del 2012, tra le minacce alla sicurezza del nostro Paese rientrasse, secondo l’Aisi, anche l’attività di una dirigente del servizio Pianificazione e Qualità urbana del Comune di Reggio Emilia è un fatto che ciascuno può valutare a modo suo, ma che nondimeno appare singolare.
Sarebbe probabilmente sbagliato pensare che i vertici del servizio segreto civile abbiano avuto un ruolo nella raccolta e diffusione di accuse false contro Maria Sergio. E tuttavia è giusto ricordare qual era allora la catena di comando. Fino alla metà del 2012 l’Aisi fu diretta dal generale Giorgio Piccirillo, ex vice comandante generale dell’Arma dei carabinieri. Nel giugno del 2012 il Governo Monti nominò un nuovo direttore: il generale Arturo Esposito, già capo di stato maggiore dei carabinieri, che ha guidato l’Aisi fino al 2016. Le attenzioni dei servizi di sicurezza per la moglie del futuro sindaco di Reggio Emilia risalgono, dunque, al periodo della direzione del generale Esposito.
Nel maggio 2018 l’alto ufficiale dei carabinieri è stato coinvolto nell’inchiesta della procura di Caltanissetta che ha portato all’arresto e alla condanna per associazione a delinquere dell’ex presidente di Confindustria Sicilia, Antonello Montante. Il generale Esposito è accusato di aver fornito a Montante notizie riservate acquisite dall’Aisi per ostacolare le indagini su di lui. Nel dicembre 2019, per la stessa vicenda, la procura di Caltanissetta ha iscritto nel registro degli indagati per falsa testimonianza anche l’attuale direttore dell’Aisi, il generale dei carabinieri Mario Parente. (6/continua)
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