VENTASSO (Reggio Emilia) – La famiglia di Dania Tomasini gestisce il rifugio Venusta, sul Lago Calamone, dalla fine degli anni ’50. Dania, il marito, i figli e i nipoti portano avanti l’attività che oggi è un punto di riferimento per escursionisti e turisti al Ventasso. In particolare nei fine settimana estivi lavorano senza tregua. L’invasione del miriofillo che rende l’acqua del lago torbida anche di fronte al ristorante è un problema per loro.
“I clienti del vostro rifugio cosa dicono? Brontolano perché il lago non è bello, brontoliamo anche noi perché vorremmo vedere il nostro lago bello, guarderemo adesso hanno fatto questo intervento e speriamo che riescano a pulirlo”. Così Dania Tomasini, del rifugio Venusta. Le piante acquatiche nel lago ci sono da sempre e si vede anche nelle foto storiche. “Prima del Covid però – aggiunge Tomasini – il lago veniva ripulito quasi tutti gli anni. Han cominciato a pulire il lago nel ’75, veniva la Bonifica, prima lo pulivano quelli dal Comune con una barchetta, tagliavano l’erba e rimaneva pulito”.
Nei giorni scorsi il Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano, anche su richiesta di chi ha un’attività la Ventasso, ha finanziato l’intervento di una ditta specializzata che con mezzi anfibi ha sradicato una piccola porzione di piante dai fondali. “Un intervento loro dicono sperimentale, con questa nuova tecnica, non il taglio ma lo stralcio – aggiunge Lara Cecchi del Venusta – Così riescono ad avere un effetto migliore sulla ricrescita delle piante acquatiche. Lo hanno fatto a bolle, all’inizio alla bocca del lago e qui davanti, dovrebbero fare un secondo intervento a novembre, anche se il problema è che qui a novembre spesso il lago è ghiacciato. Noi abbiamo la speranza che questo venga considerato un lago turistico, con 600 metri di una strada sterrata si arriva a 1400 metri, in un paradiso, ed è un peccato pensare che questo lago si possa chiudere rendendolo una tobiera”.
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