VILLA MINOZZO (Reggio Emilia) – ‘La questione la stanno valutando e affrontando i miei legali, non rilascio interviste, posso solo dire che io da lì per ora non me ne vado‘. Abbiamo raggiunto telefonicamente Giuseppe Tognoni, l’imprenditore agricolo che sta ‘agitando’ l’appennino reggiano, protagonista di quella che è stata ribattezzata ‘la guerra dei pascoli’. Fa sapere di essersi affidato a un pool di avvocati che stanno preparando una controffensiva rispetto alle contestazioni che gli sono state mosse.
Tognoni, 62 anni, residente in provincia di Treviso, è il titolare della omonima Società Agricola, con sede a Taipana, in provincia di Udine, che in base ad accordi stipulati negli anni scorsi con le amministrazioni degli usi Civici del crinale appenninico reggiano ha fatto arrivare anche quest’anno, a bordo di tir, migliaia di pecore per l’alpeggio estivo. Accordi però che gli attuali vertici degli stessi usi civici considerano non più in essere, perchè scaduti: l’attività di pascolo – in base a questi rilievi – sarebbe dunque abusiva. Sul tema è vigile il Parco dell’Appennino Tosco-Emiliano che ha sollevato il caso parlado di danni ambientali e inviando una dettagliata relazione alla Prefettura.
Una vicenda sulla quale si è innestata anche la cronaca, perchè alcuni escursionisti nelle scorse settimane sono stati azzannati da cani da pastore nella zona di Lama Lite. Episodi che hanno portato il Comune di Villa Minozzo a emettere una ordinanza che intima ai custodi di sorvegliare sui molossi e di tenerli a una distanza di almeno 150 metri dai sentieri e dai luoghi frquentatati dagli escursionisti. Al telefono Tognoni replica dicendo che non c’è certezza che le aggressioni siano state opera dei cani dei suoi allevamenti.
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