GUASTALLA (Reggio Emilia) – Nelle settimane più dure del lockdown, avevano ordinato lauti pranzi e cene con tanto di primi e secondi accompagnati da vini. All’atto della consegna, però, accampavano le più disparate scuse per non pagare, promettendo di farlo in un secondo momento senza ovviamente tenere fede alla promessa.
Secondo quanto starebbe emergendo dalle indagini dei carabinieri di Guastalla, sarebbero numerosi i titolari di ristoranti e pizzerie, con attività tra la Bassa reggiana e mantovana, a essere rimasti vittime della famiglia, anche se di fatto solo un ristoratore si è rivolto ai militari denunciando quanto accadutogli lo scorso mese di aprile.
Ordini per una quindicina di persone, con importi di circa 150 euro, immancabilmente non liquidati alle consegne. Nelle more che le indagini facciano piena luce, per l’unica denuncia sporta sono state indagate 10 persone: marito e moglie di 58 anni e 53 anni, i loro 5 figli tra i 20 e 31 anni e tre compagne dei figli di 34, 27 e 30 anni, tutti residenti a Guastalla. L’accusa nei loro confronti è di insolvenza fraudolenta ma anche violenza privata ai danni di un ristoratore, di fatto impossibilitato ad andarsene con il cibo una volta capito che non sarebbe stato pagato.