GUASTALLA (Reggio Emilia) – Sta montando la polemica in questi giorni attorno all’ospedale di Guastalla. Un gruppo di cittadini lamenta disservizi e lunghi tempi di attesa, e si dice pronto a costituirsi in un comitato. Oggi l’intervento dei sindaci dell’unione della Bassa Reggiana. A stretto giro è arrivata la risposta dell’Azienda Usl.
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L’ultimo intervento è stato quelle dei sindaci dell’Unione della Bassa Reggiana: “E’ necessario riaprire il punto nascite dell’ospedale di Guastalla, ridurre i tempi di attesa e riorganizzare in modo più efficiente le visite in modo da rispondere alle esigenze dei cittadini del distretto”, dice Camilla Verona, presidente di turno dell’Unione. Una settimana fa la stessa sindaca di Guastalla aveva consegnato alla direzione sanitaria la mozione, approvata all’unanimità dal consiglio comunale, sul tema dei disagi che si stanno riscontrando all’interno dell’ospedale. Una presa di posizione che segue quella di un gruppo di cittadini che si erano detti pronti a costituirsi in un comitato, denunciando i lunghi tempi di attesa e il disagio, maggiore per gli anziani, di doversi spostare in altre strutture in provincia.
“L’Ospedale Civile resta il secondo ospedale della provincia, non è oggetto di alcun ridimensionamento, come tutti sta tornando alla normalità dopo due anni di pandemia”, replica la direttrice generale Cristina Marchesi. Secondo l’Ausl, ad oggi è stata completamente riavviata l’attività chirurgica. La chirurgia, l’urologia, l’ortopedia e la ginecologia stanno effettuando la stessa casistica del pre-Covid. Da ottobre dello scorso anno è ripresa l’attività chirurgica ginecologica endoscopica per tumori benigni o maligni in regime di degenza ordinaria. La cronica carenza di medici sta condizionando l’offerta della specialistica ambulatoriale, anche se nella prima metà dell’anno il numero di prestazioni erogate è stato superiore a quelle del 2019. “Il problema non è che l’offerta è diminuita – aggiunge la direttrice generale – è che è aumentata la domanda, a fronte delle limitazioni del periodo pandemico. Non sempre dunque si riescono a garantire le prestazioni nel distretto di appartenenza. Prosegue l’impegno per consentire tempi di attesa adeguati e sedi prossime alla residenza dei cittadini”.
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