GUALTIERI (Reggio Emilia) – “La musica è una vera magia, non a caso i direttori hanno la bacchetta come i maghi”, dichiarò una volta Ezio Bosso, musicista, compositore e direttore d’orchestra, che avrebbe compiuto proprio oggi 50 anni. Era affetto da una malattia neurodegenerativa che però non gli aveva impedito di liberare la sua arte: “Sono un uomo con una disabilità evidente in mezzo a tanti uomini con disabilità che non si vedono”, diceva.
A Ezio Bosso, scomparso il 15 maggio 2020, è stato dedicato un festival che si è tenuto nel fine settimana appena trascorso a Gualtieri.
Ezio Bosso era cittadino onorario di Gualtieri: un legame profondo, instauratosi con il sostegno e la collaborazione che il maestro aveva dato al Teatro Sociale dalla prima riapertura nel 2009, in avanti. Piemontese, aveva messo radici nella Bassa reggiana: aveva stretto amicizie e aveva offerto la propria creatività e il proprio talento artistico per numerose iniziative.
Nella tre giorni del Festival l’appuntamento più suggestivo è risultato quello di ieri mattina con il concerto sul Po nell’affascinante zona naturalistica popolata da capanni di pesca, denominata “Isola degli Internati” (così chiamata per essere stata affidata nel Dopoguerra come progetto di reinserimento sociale ad un gruppo di gualtieresi che erano stati detenuti nei campi di concentramento). Ad esibirsi il Quartetto d’archi di Torino. Il giorno prima, nella cornice di un pioppeto nella golena del Po, sul palco gli 8 violoncelli di Torino, già collaboratori di Bosso in svariate occasioni.
Ieri sera infine in piazza a Gualtieri il concerto conclusivo del festival, seguito, allo scoccar della mezzanotte, dal brindisi collettivo per fare gli auguri al maestro che – come detto – oggi avrebbe compiuto 50 anni.