GUALTIERI (Reggio Emilia) – La chiesa di Sant’Andrea gremita, tanta gente in piedi, per l’ultimo saluto di Gualtieri al gallerista Sergio Negri, 92 anni, che con la sua competenza riconosciuta a livello internazionale ha dedicato la propria vita alla valorizzazione di un altro monumento del paese rivierasco del Po, cioè il pittore Antonio Ligabue. La messa funebre, celebrata da don Paolo Cattari, ha unito al raccoglimento cristiano anche un momento di riflessione su due caratteristiche della personalità di Negri, vale a dire l’attaccamento alle tradizioni a cui ha associato l’amicizia con Toni e lo studio approfondito della sua arte istintiva nonché potente.
Sottolineature illustrate sull’altare, con una punta di commozione, dall’architetto Gloria Negri, nipote del gallerista spirato sabato notte in ospedale a Guastalla. Parole che si sono addentrate sia sul lato umano, sulla gentilezza di modi dello zio che credeva tanto nei legami familiari, sia sul rapporto di lunga data con Ligabue conosciuto da ragazzo a Villa Malaspina e poi protetto come esperto d’arte dalle speculazioni, facendolo emergere come importante espressionista del Novecento. Sentite le considerazioni del sindaco Federico Carnevali, a nome della comunità gualtierese. E spunta già una prima iniziativa a ricordo del gallerista, come spiega al termine del funerale Marcello Stecco, presidente della Fondazione Museo Antonio Ligabue.
Sergio Negri lascia la moglie Carla e i figli Vincenzo, Marco e Francesco. Ora riposa nel cimitero di Gualtieri, come quell’artista fragile ma di talento che con i suoi studi ha reso immortale.
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