GUALTIERI (Reggio Emilia) – Il Grande Fiume in secca lascia riaffiorare tesori, nascosti nel suo letto per gran parte dell’anno. Al porto vecchio a Gualtieri, in golena aperta, in quella che un tempo era l’isola degli internati, in questo periodo di siccità straordinario riemergono i relitti di due imbarcazioni affondate durante la seconda Guerra Mondiale. “Si notano le due bettoline affondate nel ’44, prima mitragliate poi bombardate da un’aereo americano”, spiega il sindaco Renzo Bergamini.
Secondo le ricostruzioni storiche le due chiatte affondate erano la ‘Zibello’ e la ‘Ostiglia’, lunghe una cinquantina di metri e con una portata di oltre 5.000 quintali, costruite nel cantiere della Giudecca a Venezia, col metallo donato dall’Austria come debito di guerra. Le due imbarcazioni era delle “bettoline”, servivano per trasportare merci e liquidi verso le navi più grandi e nei porti. “Adesso c’è una lanca ma prima qui c’era il Po, e le imbarcazioni servivano per trasportare idrocarburi e cereali. Sono state scoperte negli anni 2000 perché è stata scavata sabbia per rinforzare gli argini maestri”.
Da circa vent’anni le due imbarcazioni riemergono nei mesi estivi, ma mai in questo periodo. “Le vedete in modo così eclatante perché il Po è inferiore di un metro e mezzo al suo livello – si vede persino l’ancora”.
Per valorizzarle vengono organizzate gite con i turisti. Recuperarle sarebbe troppo difficile. “Sono strutture troppo deboli si rischia di rovinarle”. E poi il Grande Fiume le tiene tra le sue anse, le culla, e ce le mostra solo quando si ritira per un po’…