REGGIO EMILIA – Francesco Grande Aracri aveva un ruolo di spicco all’interno della cosca della ‘ndrangheta con epicentro a Brescello: per questo motivo nel secondo grado di giudizio del processo Grimilde, i giudici della corte d’Appello di Bologna hanno aumentato la pena che era stata inflitta in primo grado per associazione mafiosa al fratello del boss Nicolino. Per lui la condanna è passata da 19 a 24 anni. E’ diminuita invece la pena per Paolo Grande Aracri, figlio di Francesco, accusato sempre di associazione mafiosa: da 12 a 9 anni. Ma l’impianto accusatorio in secondo grado ha retto.
Gli imputati giudicati con il rito ordinario erano 13. Tra loro anche Gregorio Barberio, residente a Reggio, che si è visto aumentare leggermente la pena da 2 anni e 4 mesi a 2 anni e 6 mesi. Ribaltamento per Nunzio Giordano, residente a Montecchio, assolto in primo grado: in secondo grado sono state accolte le richieste dell’accusa ed è stato condannato a un anno e dieci mesi. Conferme per Gaetano e Domenico Oppido, padre e figlio di Cadelbosco: rispettivamente 3 anni e 8 mesi e 6 anni e 4 mesi. Pena di 2 anni e 4 mesi confermata anche per Matteo Pistis e di 2 anni per Roberto Pistis, entrambi di Brescello. Confermata, infine, anche la pena di 1 anno e 4 mesi per Antonio Rizzo, di Cadelbosco.
Tra le parti civili che dovranno essere risarcite i Comuni di Brescello, Cadelbosco, Reggio Emilia e la Regione, il ministero dei Trasporti e la presidenza del Consiglio dei ministri.
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