REGGIO EMILIA – La Corte d’Appello di Bologna assottiglia le pene nella sentenza di secondo grado del rito abbreviato di Grimilde, l’inchiesta che esplose il 25 giugno 2019 a Brescello, pur ribadendo “l’esistenza e l’operatività della ‘ndrangheta nel territorio emiliano, con conferma per tutti gli imputati – cui era contestato – il delitto di associazione mafiosa”, ha sottolineato la procuratrice generale reggente Lucia Musti.
E’ caduta però l’aggravante di aver agevolato l’associazione per Salvatore Grande Aracri, il principale imputato nel processo: figlio di Francesco che invece, assieme all’altro figlio Paolo, ha scelto il rito ordinario in corso a Reggio Emilia, era stato condannato a 20 anni in primo grado il 26 ottobre 2020, condanna che il pm della Dda Beatrice Ronchi qualche giorno fa nella sua requisitoria aveva chiesto venisse confermata.
L’Appello ha invece condannato Salvatore, detto “U calamaru”, il calamaro, per l’indole tentacolare nel fare affari in tanti e disparati campi, a 14 anni e 4 mesi. “A parere mio, Salvatore non è un associato né un promotore – commenta il suo avvocato, Giuseppe Migale Ranieri – e il fatto che sia caduta l’aggravante di aver agevolato l’associazione lo dimostra”.
L’altro grande imputato di questo filone era Giuseppe Caruso, ex presidente del Consiglio comunale di Piacenza. Nel ruolo di funzionario dell’agenzia nazionale della Dogana, secondo l’accusa avrebbe facilitato la cosca ad accedere a fondi europei in ambito agricolo. Anche lui in primo grado era stato condannato a 20 anni, l’Appello lo condanna invece a 8 anni e 2 mesi per alcuni reati e a 4 anni per un’altra imputazione.
Assolti dai reati di cui erano accusati Francesco Berlingeri, Simone Bologna, Ivan Catellani, Franca Valla, Filippo Mattiolo, Nicolino Grande Aracri (che in questo processo aveva una posizione minore), Rosetta Pagliuso, Rossella Lombardo, Domenico Parrinelli, Donato Clausi e Monica Pasini. “La procura generale attende rispettosamente la motivazione della Corte e prenderà atto delle future determinazioni della Direzione Distrettuale Antimafia”, ha concluso la Musti.
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