REGGIO EMILIA – Ancora una volta, il Green Pass spinge la campagna vaccinale. Come già era accaduto all’inizio di agosto, le misure decise dal governo hanno avuto come conseguenza un aumento delle richieste. Il premier Mario Draghi ha annunciato che dal 15 ottobre l’obbligo della certificazione verde anti Covid sarà esteso al mondo del lavoro, sia in ambito pubblico che privato. E la Regione ha subito registrato un netto aumento delle prenotazioni: ieri in Emilia Romagna sono state 8.037, il doppio delle 4 mila del giorno precedente. Dati in aumento anche a Reggio, anche se non in maniera così marcata.
Un provvedimento, quello relativo al Green Pass, che vede favorevole la Cna. Ne abbiamo parlato con il presidente provinciale Giorgio Lugli, che ha poi sottolineato quello che potranno essere le difficoltà per le imprese associate.
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“E’ un provvedimento che mette sicuramente chiarezza e rende uniforme su tutto il territorio un sistema che ci dà ragioni di potere lavorare in sicurezza”. Non ha dubbi il numero uno della Cna reggiana. Dall’agriturismo La Razza, dove si tiene il corso di formazione per il gruppo dirigente, Giorgio Lugli parla dell’estensione dell’obbligo del Green Pass ai lavoratori, anche nel settore privato, come di una misura valida e necessaria, insieme alla campagna vaccinale, a impedire nuove chiusure.
Il lockdown per le aziende ha avuto conseguenze drammatiche: “Negli ultimi mesi la situazione è completamente cambiata, c’è un recupero dei fatturati e dell’export che fa ben sperare per il futuro, è chiaro che alcuni settori sono stati più in difficoltà di altri e in parte lo sono ancora, penso a intrattenimento, matrimoni, trasporto persone, ncc, bus”.
La Cna di Reggio conta 7 mila associati, è la quinta in Italia. La misura del Governo prevede che ogni artigiano, dagli elettricisti agli idraulici, abbia la certificazione verde anticovid per entrare nelle case dei clienti che possono richiederla. I controlli saranno un problema anche per i titolari delle aziende meno strutturate: “Soprattutto la sospensione di quei lavoratori che non avessero questo strumento può diventare problematica per quelle imprese che hanno pochi dipendenti, la produzione rischierebbe di fermarsi, il governo in queste ultime ore ci è venuto incontro indicando la possibilità di sostituzione di questi dipendenti anche in maniera temporanea”.
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