REGGIO EMILIA – “Purtroppo, è successo velocemente, nell’arco di un anno, un anno e mezzo. Abbiamo visto questa forte accelerazione delle mafie con l’uso di internet, del dark web. Per questo bisogna formare e specializzare le forze dell’ordine e la magistratura”.
La mazzetta che finisce in soffitta, sostituita da strumenti, digitali, sempre più sofisticati. Organizzazioni criminali che hanno imparato a produrre moneta elettronica e ad accaparrarsi armi e droga con un click. Davanti a 200 studenti, il procuratore capo di Napoli Nicola Gratteri sale in cattedra. Il canale di internet, spiega, è anche terreno di propaganda. Le mafie per esistere hanno bisogno di farsi pubblicità,
“usano Facebook e Tik Tok, hanno bisogno di farsi vedere come modelli vincenti. Noi siamo forti, ricchi e potenti, vieni con noi e sarai ricco e potente come noi”.
Tra gli ospiti di primo piano all’evento di chiusura della 13ª edizione del festival della legalità Noicontrolemafie anche il comandante generale dei carabinieri, Teo Luzi, che in tema di infiltrazioni nell’economia ha parlato di pervasività del fenomeno mafioso tuttora elevata in Emilia Romagna, rimasta grossomodo invariata negli ultimi 10 anni che ci separano ormai dal processo Aemilia. A proposito di evoluzione del modus operandi criminale, ha spiegato come i reati dalla strada si siano trasferiti all’online.
Un’essenziale arma di contrasto alle mafie, ha detto, resta quella del sequestro e della confisca dei beni: “Perché alla fine il crimine organizzato gestisce potere nell’organizzazione e gestisce soldi. Arrivare a fare sequestri e confische è una frontiera importante”.
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