REGGIO EMILIA – “Paradossale e irragionevole”, non usa mezzi termini il presidente nazionale dell’Anci e Sindaco di Bari, Antonio Decaro, per definire la bozza del decreto attuativo con cui il Mef di appresta a tagliare 250 milioni agli enti locali nel 2024, prima tranche della spending review da oltre 1 miliardo in cinque anni. A far arrabbiare Comuni e Province non è solo l’importo, già previsto nell’ultima finanziaria, ma la modalità che penalizzerebbe chi ha ottenuto più fondi dal Pnrr. Una doppia beffa che colpirà gli enti locali più virtuosi: dopo aver costruito più asili nido, aver aperto più case-famiglia, acquistato autobus elettrici e realizzato nuovi parchi pubblici, rischiano adesso di avere meno risorse per farli funzionare.
La misura, se varata dal Governo, così come ipotizzato dal Ministro Giorgetti, colpirà anche Reggio Emilia che dal Pnrr ha avuto fondi per quasi 130 milioni. Le prime stime, ancora tutte da affinare, prevedono tagli per alcuni milioni sulla spesa corrente, anche se al momento il confronto è ancora tutto politico. Anci e Upi hanno chiesto l’apertura di un tavolo istituzionale, mentre in Regione il Pd ha presentato un’interrogazione per chiedere alla Giunta di manifestare in tutte le sedi di confronto con Roma la propria contrarietà.
Dal canto suo il sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi, in qualità anche di presidente regionale dell’Anci, sottolinea il paradosso di un Governo che da una parte promuove l’autonomia differenziata e dall’altra taglia gli enti locali più virtuosi: “Scaricare sui Comuni le difficoltà dei conti pubblici, è un grave errore e dimostra la visione centralistica dell’Esecutivo”, sottolinea Vecchi che chiede anche al centrodestra locale di attivarsi per evitare questa ingiusta penalizzazione per la città.
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