REGGIO EMILIA – “Provo un grande imbarazzo a rappresentare le istituzioni, in un momento come quello che stiamo vivendo dovremmo dare delle risposte…vuol dire essere completamente scollegati dalla realtà”. Andrea Rossi, deputato reggiano del Partito democratico, non è stato un renziano della prima ora ma della seconda sì. Per ottenere alcune correzioni, come l’attivazione del Mes per l’emergenza sanitaria chiesta dallo stesso segretario del Pd, l’ex presidente del consiglio ora leader di Italia Viva è arrivato allo strappo ritirando le ministre del suo partito e causando ufficialmente la crisi di governo.
“Se fossi tanto renziano sarei andato in Italia Viva – continua Rossi – invece sono abituato a stare in un partito comunità, anche in minoranza; il problema è che non ho ancora capito le ragioni vere per cui l’ha fatto”.
Non tutto il Pd è concorde sulla soluzione migliore da attuare adesso. Per Rossi sicuramente occorre andare avanti evitando le urne. Sempre con Conte premier? “Conte ad ora è il presidente del consiglio, ma non è un problema di nomi: è che dobbiamo compattarci su quest’asse di maggioranza Pd-M5S”.
Compattissimo invece il Movimento 5 stelle. Così Maria Edera Spadoni, vicepresidente della Camera: “Dobbiamo affrontare sfide importantissime, dare delle risposte con i ristori: il movimento è compatto con Giuseppe Conte”.
E compattissima, ma verso opposta direzione, la Lega, che dice: elezioni. “Un teatrino quello di Renzi – attacca Vinci – La parola torni agli italiani”.
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