REGGIO EMILIA – “Un governo a guida Draghi è tecnico e le perplessità hanno ragione di essere. Ho enormi difficoltà a dare una fiducia in bianco. Avevamo un presidente Conte che era espressione del Movimento 5 Stelle. Draghi non è una figura di questo tipo”.
La posizione è la medesima di quella espressa dalla collega Maria Edera Spadoni, uscita allo scoperto subito dopo la convocazione di Draghi da parte di Mattarella. “In questo momento – le parole ribadite a Tg Reggio – pensare di sostenere un Governo come questo implica serie valutazioni, anche per ciò che vorrà essere il movimento in futuro”. Anche Davide Zanichelli sarebbe per dire ‘no’ a un governo guidato dall’ex presidente della Bce. Il condizionale è d’obbligo, alla luce della telefonata avvenuta tra il garante del movimento, Beppe Grillo, e l’attuale premier in pectore. “Qualcuno l’ha letta come apertura. In realtà è stato un ‘sediamoci, parliamo, parliamo di come intervenire sull’ambiente e sulla digitalizzazione”, ha aggiunto Zanichelli.
Determinanti, nella valutazione di un appoggio, saranno i contenuti sul tavolo, con la consapevolezza che è impossibile pensare a un esecutivo che prenda decisioni in modo neutro, spiega il parlamentare reggiano: “Che scelte farà il Governo Draghi quando un Paese come il nostro dovrà intervenire sulle pensioni, o sul dossier Monte Paschi? In un governo in cui c’è Forza Italia, sulla giustizia quale decisioni saranno prese?”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche la vicepresidente alla Camera: “Lo trovo utopistico, perché saremo al Governo con forze politiche con cui abbiamo visioni discordanti. Quindi questo non sarebbe un Governo politico, nemmeno mettendo un qualche esponente politico all’interno dell’esecutivo stesso”.
Entrambi sono a favore di un passaggio dalla piattaforma Rousseau per sondare la base dei 5 stelle: “Quella è la nostra assemblea”, ha concluso la Spadoni.
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