REGGIO EMILIA – Il timbro delle regole che si abbatte sull’orticoltore. Il graffito, premonitore, compare lungo il sottopasso che conduce alla stazione San Lazzaro della linea Reggio-Guastalla. Lo zappatore che sta per essere colpito ha tratti orientali. Non ci sono però solo persone originarie della Cina, tra coloro che hanno trasformato in decine di aiuole coltivate l’area attorno all’infrastruttura. Ci sono cittadini arrivati da altri paesi, e anche degli italiani.
I terreni, oltre al demanio, appartengono a privati, a Rfi, all’Ausl e, per un lembo, anche al Comune, che da tempo, attraverso l’intermediazione da parte del Centro Interculturale Mondinsieme, si tiene in contatto con chi lavora gli appezzamenti per ricavarne bietole, verze, cavoli e tante altre varietà di verdure, a seconda della stagione. Tra i coltivatori c’è Yea Ian Lung, che si fa chiamare Luigi. Lo incontriamo col suo carico di patate dolci appena raccolte e appoggiate sul porta pacchi della bicicletta. Il signor Lung sembra la prova vivente di come i vegetali facciano bene a chi li mangia ma soprattutto a chi li produce. Ha 81 anni, da almeno tre fa la spola tra viale IV Novembre, dove abita, ai suoi orti vicino ai binari in zona ex ospedale psichiatrico.
“Posso stare di là – ci racconta – dietro al cimitero, quest’anno lasciano fare, ma il prossimo anno no”. Tra i problemi cui porre fine c’è quello dell’acqua utilizzata per irrigare, che proviene da un canale e non è di qualità idonea. L’amministrazione comunale, da tempo in prima linea nella promozione di orti sociali, ha intenzione, gradualmente, di smantellare l’area, offrendo al contempo delle superfici alternative sfruttabili situate non troppo distante.
In questa zona del Campus San Lazzaro, il Comune ha previsto poi la realizzazione nei prossimi anni di una passerella ciclopedonale per collegare meglio i quartieri Ospizio e San Maurizio con la zona a nord della ferrovia, dove si trovano strutture come il Parco dello Sport e l’Arena Campovolo. L’attuale collegamento è rappresentato dal sottopasso della stazione, originariamente pensato per essere tenuto chiuso in orario notturno.
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