REGGIO EMILIA – “La portata del fiume, anche se è una portata un po’ più bassa rispetto alla media del periodo degli anni scorsi, non ci preoccupa, ma abbiamo bisogno di molta neve e abbiamo bisogno di pioggia per rimpinguare le falde e per coprire quel deficit che il 2022 ha creato”.
Sei crisi idriche dal 2003 fino al 2022, l’anno finora più drammatico: il cambiamento climatico non si può più mettere in discussione e il Po può giocare un ruolo importante per contrastarne gli effetti. Il direttore dell’agenzia interregionale Meuccio Berselli aveva già parlato dell’importanza di promuovere la navigazione commerciale per togliere il traffico pesante dalle strade. A Buongiorno Reggio ha raccontato come il grande fiume sarà teatro del più grande progetto di decarbonizzazione che sarà realizzato in Italia grazie a 357 milioni di euro di fondi del Pnrr: “Metteremo a dimora più di mille ettari di bosco, piante che potranno immagazzinare CO2 e andare in una direzione di sostenibilità e di tutela dell’ambiente. Un investimento dal Piemonte al Veneto che caratterizza 56 aree del fiume che andrà a cambiare l’aspetto morfologico del fiume”.
I tempi sono stretti perché il progetto dovrà essere terminato nel 2026. Diversi gli interventi in programma nel tratto reggiano del grande fiume. “Tutte quelle opere, le lanche, che si sono chiuse, un po’ con gli escavatori e un po’ con il fiume che riuscirà a vincere questo ostacolo, cercheremo di riportare l’acqua nelle zone che si sono appunto chiuse. Questa parte ha anche un grande valore per il futuro, perché ci possono andare i pescatori, ci si può andare con le biciclette: sono interventi di socialità”.
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