VILLA MINOZZO (Reggio Emilia) – Quanto dura un momento? Dura 10 anni. Dura un minuto e 39 secondi. Dura una vita. Lo sportivo sa che lavorerà mesi e mesi forse solo per quel momento, sa che deve avere pronto un piano B, sa che il tempo non è infinito. Ma in quel momento lì, quel tempo si ferma.”L’Olimpiade c’è ogni 4 anni. E’ diversa, è diversa anche l’aria che respiri” ci dice Giuliano Razzoli. Il 27 febbraio 2010 tutti i reggiani, anche senza esserci, erano comunque a Vancouver, in Canada. “C’erano 4 ore tra la prima e la seconda manche: ho messo dei sacchi per terra e sono riuscito a dormire un po’”. Ai piedi avevano tutti gli sci di Giuliano Razzoli. Al collo avevano tutti quella medaglia d’oro. “Sapevo di avere un sostegno extra, qualcosa in più”.
Il re dell’Olimpiade invernale. E lui se lo ricorda bene, di tutti quei cuori che lo spingevano, di quei 10 mila che si dirigevano verso Villa Minozzo per festeggiarlo. Lo sa perfettamente quanto dura un momento: “Questo è un privilegio: essere riuscito a trasmettere emozioni”.
La prima volta sugli sci a Febbio, a meno di 4 anni di età. Nel 2006 l’esordio in coppa del mondo, nel 2007 il primo podio in Europa: “Un po’ ti tempra nel carattere la vita dello sciatore dell’Appennino: hai anche più passione, perché è più difficile farlo. Devi volerlo di più”. Si cade e ci si rialza. Il piano B di Giuliano per un po’ è stato diventare ingegnere, ora è gestire l’acetaia di famiglia. Ma non oggi, domani. O forse dopodomani. Adesso è ancora a caccia di quei momenti: “Ho due anni importanti davanti a me: i mondiali a Cortina e le Olimpiadi in Cina. Voglio finire al meglio”.
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