REGGIO EMILIA – Un missile francese destinato all’aereo del leader libico Gheddafi finì per colpire il DC9 Itavia partito da Bologna e precipitato nel mare di Ustica il 27 giugno 1980 in una guerra aerea sui cieli italiani. Lo sostiene Giuliano Amato sulle colonne di Repubblica. L’ex Presidente del Consiglio aggiunge che il piano fu pensato con “la complicità dagli americani e prevedeva di simulare una esercitazione della Nato per spacciare l’attentato come un incidente”. Gheddafi – prosegue Amato – non salì sul velivolo Mig perché avvertito da Bettino Craxi. Una tragedia in cui persero la vita 81 persone, tra cui il reggiano Domenico Edmondo Gatti, pilota di quel volo di linea.
Nella sua lunga intervista Giuliano Amato ritorna su uno scenario già prospettato nel 2008 dall’ex Presidente della Repubblica Francesco Cossiga che nel 1980 era alla guida del Governo. Parole che hanno comunque suscitato molte reazioni a partire da quella della premier Giorgia Meloni: “Nessun atto sulla tragedia è coperto da segreto di Stato – dice la presidente – Se Amato ha elementi li metta a disposizione perché il governo possa fare eventuali passi”.
Questa la posizione dell’associazione dei famigliari delle vittime, espressa dalla presidente Daria Bonfietti, raggiunta telefonicamente: “Noi ci aspettiamo dal Governo italiano che chieda al Governo francese di dare risposte”.
Amato non risparmia poi una bordata a chi sostiene la versione della bomba a bordo: “Tra loro Carlo Giovanardi – dice – sempre impavido. Sono patetici”, chiosa l’ex Presidente della Corte Costituzionale. “Mere ipotesi smentite dai fatti”, replica l’ex parlamentare emiliano.
Il fratello di Domenico Edmondo Gatti, Edoardo, scomparso nel 2022, su quanto poteva essere accaduto quel giorno così aveva risposto nell’ultima intervista rilasciata a Tg Reggio il 27 giugno 202o: “Sembrava che un mig libico stesse tentando scappare. Il missile è stato deviato e invece di colpire il mig ha colpito il DC9”. Oggi la famiglia Gatti sceglie il riserbo: il figlio Davide, ha preferito non rilasciarci alcun commento.
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