REGGIO EMILIA – Fermare la ‘ndrangheta è complicato. Le infiltrazioni proseguono anche durante i processi. Hanno questa consapevolezza gli attivisti delle Agende Rosse, movimento che in questi ultimi giorni ha invitato a non sottovalutare una subcultura, quella mafiosa, che da 40 anni è presente nella provincia di Reggio Emilia.
Un allarme suscitato dall’omicidio del 29enne Salvatore Silipo avvenuto il 23 ottobre scorso a Cadelbosco Sopra. Nelle cronache recenti, motivo di inquietudine è poi la serie di incendi, di probabile matrice dolosa, divampati nell’arco di un breve periodo. “Il grave fatto di Cadelbosco ci preoccupa molto – ha detto Marga Maria Venturi del movimento Agende Rosse Reggio Emilia – Le indagini devono ancora compiersi, ma tutto fa pensare che ci possa essere l’aspetto mafioso”.
La diffusione della consapevolezza sulla presenza della malavita organizzata è l’obiettivo delle iniziative promosse dal movimento locale. Il prossimo appuntamento è in programma venerdì alle 20.30 al centro sociale Orologio. “La ‘ndrangheta tra noi” è il titolo della serata che avrà come ospite principale il giudice Andrea Rat, che assieme ai colleghi Francesco Maria Caruso e Cristina Beretti ha celebrato il maxi processo Aemilia emettendo una sentenza di primo grado che ha visto condannati 120 imputati a complessivi 1225 anni di carcere.
Con Rat dialogherà il giornalista Paolo Bonacini. Per partecipare occorre prenotarsi telefonando o inviando un messaggio via Whatsapp al numero 334 7824991. E’ possibile anche utilizzare l’indirizzo email ar.reggioem@gmail.com.
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